Europa, coils a caldo: mercato fermo tra incertezze e domanda debole

giovedì, 29 maggio 2025 16:52:20 (GMT+3)   |   Istanbul

L’attività commerciale nel mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC) è rimasta contenuta anche nell’ultima settimana, con prezzi locali per lo più stabili o in lieve calo. Gli acquirenti continuano a mantenere un atteggiamento prudente, evitando ordini su larga scala a causa dell’incertezza che ancora domina il mercato. Intanto, con l’avvicinarsi della piena attuazione del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) dell’Unione Europea, prevista per il 2026, diversi operatori stanno rivalutando le proprie strategie di approvvigionamento da paesi extra-UE.

I produttori europei sono attivamente alla ricerca di nuovi ordini in vista del rallentamento estivo, ma la debole domanda continua a lasciare i portafogli ordini scarni. Alcuni produttori stanno affrontando significativi vuoti da colmare, ma gli acquirenti restano esitanti di fronte a un trend di prezzi in fase di indebolimento. Nello specifico, la maggior parte dei prezzi locali per gli HRC offerti dalle acciaierie del Nord Europa, principalmente per consegne a luglio, si attesta a 635-645 €/t franco produttore, in linea con la scorsa settimana. Intanto, offerte da un produttore italiano sono state segnalate in Germania a circa 640-650 €/t reso cliente, rispetto ai 650 €/t della settimana precedente. Tuttavia, secondo molti operatori, i livelli negoziabili nel Nord Europa si collocano tra 620-640 €/t franco produttore, invariati su base settimanale.

«Con l’avvicinarsi della consueta pausa estiva e l’assenza di segnali di ripresa della domanda, è improbabile un recupero a breve termine del mercato», ha dichiarato una fonte di mercato a SteelOrbis.

In Italia, la maggior parte delle offerte delle acciaierie si attesta intorno ai 620 €/t franco produttore, in linea con i sette giorni precedenti. Tuttavia, i prezzi negoziabili sono scesi a 590-600 €/t franco produttore, contro i 600-605 €/t della settimana scorsa.

Parallelamente, l’attività commerciale legata all’importazione di HRC è stata piuttosto fiacca anche questa settimana, complice il crescente dibattito sul CBAM e il suo impatto sul commercio extra-UE, in vista della piena entrata in vigore nel 2026. «Gli effetti tangibili del CBAM potrebbero iniziare a manifestarsi già nella seconda metà del 2025, portando a una maggiore cautela nei contratti d’importazione con tempi di consegna lunghi. Inoltre, persistono incertezze sulle modalità di applicazione del meccanismo, soprattutto in relazione alla logistica e ai potenziali ritardi nelle consegne», ha riferito una fonte a SteelOrbis.

Attualmente, la maggior parte delle offerte per l’HRC importato in Europa meridionale si colloca tra 520-570 €/t CFR, in calo di 10 €/t sul limite inferiore rispetto alla scorsa settimana. Offerte da un’acciaieria indonesiana sono state segnalate nella parte bassa del range, tra 520-530 €/t CFR, livelli analoghi alla settimana scorsa. Tuttavia, secondo fonti di mercato, offerte più elevate da altri produttori indonesiani sono state riportate a 560-580 €/t CFR. Offerte simili, tra 555-570 €/t CFR, sono giunte anche da altri fornitori asiatici, tra cui India e Thailandia.

Nel frattempo, le offerte ufficiali dalla Turchia si mantengono più o meno stabili rispetto alla scorsa settimana, a 540-550 €/t CFR dazio incluso, ma diverse fonti indicano che i prezzi negoziabili si collocherebbero su livelli inferiori, pari a 525-530 €/t CFR dazio incluso. Infine, offerte per gli HRC di origine Algeria sono state segnalate a 540 €/t CFR, con un costo di trasporto stimato intorno ai 50 $/t (ovvero 44 €/t al cambio attuale).

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