Anche questa settimana i produttori europei di coils laminati a caldo (HRC) hanno mantenuto su livelli elevati le offerte per consegne a gennaio, mentre sul mercato si intensificano le voci di un possibile nuovo rincaro da parte di ArcelorMittal per le consegne di febbraio. Sul fronte import, l’attività commerciale resta fiacca, frenata dalle complessità legate alla conformità al Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) e dai contingenti di salvaguardia. Nel frattempo, il divario tra i prezzi import su base CFR (al netto del CBAM) e le offerte su base DDP comprensive dei relativi costi ha raggiunto gli 80 €/t.
Secondo diverse fonti, i produttori europei puntano ora a 630-650 €/t franco produttore per nuovi ordini con consegna gennaio-febbraio nell’Europa settentrionale, in linea con la scorsa settimana. Tuttavia, i prezzi effettivamente negoziabili per gli HRC con consegna a gennaio sono stati stimati intorno ai 600-620 €/t franco produttore, contro i 580-610 €/t della settimana precedente. Le fonti indicano inoltre che i produttori UE sono impegnati in trattative con i costruttori di apparecchiature automotive per i contratti 2026, elemento che li rende riluttanti ad abbassare ulteriormente i prezzi spot e a indebolire la loro posizione negoziale. «I produttori europei puntano ad aumenti superiori ai 100 €/t per i contratti a lungo termine del prossimo anno, ma finora gli acquirenti hanno mostrato poca disponibilità ad accettare tali condizioni», ha dichiarato una fonte di mercato a SteelOrbis.
In Italia, i prezzi indicativi degli HRC offerti dai produttori si sono mantenuti a 620-630 €/t franco produttore per consegne a gennaio, gli stessi livelli della scorsa settimana. I prezzi negoziabili per consegne a gennaio sono stati stimati a 590-600 €/t franco produttore. Fonti di mercato segnalano inoltre volumi residui disponibili per consegne di dicembre a 585-600 €/t franco produttore.
Parallelamente, sono in corso discussioni su un possibile aumento dei prezzi da parte di ArcelorMittal per consegne a febbraio. Attualmente il produttore offre HRC a circa 650 €/t franco produttore (consegna inclusa), e secondo le fonti di mercato le sue nuove indicazioni di prezzo potrebbero raggiungere 680 €/t nel breve periodo.
Le condizioni di import restano complesse, poiché le difficoltà legate alla conformità al CBAM e alle quote di salvaguardia continuano a ostacolare gli acquisti. Le offerte indicative per gli HRC import si collocano a 480-520 €/t CFR, livello sostanzialmente invariato rispetto alla scorsa settimana. La parte bassa del range (470-480 €/t CFR la scorsa settimana) riflette offerte per gli HRC indonesiani a 480-485 €/t CFR. Dal lato della Malesia, sono state segnalate offerte a 480-490 €/t CFR, mentre i fornitori indiani hanno offerto materiale a 575 $/t CFR o 495 €/t CFR Europa meridionale. Tutti i prezzi escludono i costi CBAM.
Le offerte per gli HRC di provenienza turca si collocano a 520 €/t CFR, dazio incluso, in linea con la scorsa settimana ma senza costi CBAM. Tuttavia, secondo fonti di mercato, i trader hanno offerto questa settimana HRC provenienti dalla Turchia a 580 €/t DDP Italia circa, inclusi i costi CBAM. Inoltre, le fonti segnalano offerte import di HRC dall’Asia verso la regione su base DDP tra 560-580 €/t, a seconda del fornitore, il che significa che il differenziale tra prezzi import senza CBAM e import DDP comprensivi del CBAM ha raggiunto 80 €/t.
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