I prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) sono diminuiti ulteriormente nel mercato dell'Ue negli ultimi giorni, principalmente a causa della competività delle offerte da paesi terzi, dell'aumento della disponibilità di materiale e della domanda ancora piuttosto debole. Rispetto al 3 settembre, i prezzi rilevati da SteelOrbis sono calati in media di 25 €/t, attestandosi a 1.000-1.100 €/ton franco partenza. In particolare, i prezzi di transazione sono attualmente compresi tra i 1.000 e i 1.040 €/t nel mercato italiano, mentre raggiungono un massimo di 1.100 €/t nel nord Europa, entrambi nel termine franco produttore. Nel frattempo, alcuni produttori europei stanno offrendo materiale a prezzi non più alti di 1.150 €/t f.p., mentre altri hanno abbassato le loro offerte a 1.100 €/t e a livello leggermente inferiori. Le acciaierie in generale continuano comunque a vantare un ottimo carico di ordini, con tempi di consegna che si estendono fino alla fine dell'anno.
Parlando di importazioni, diverse fonti hanno riferito di offerte inferiori ai 900 €/t CFR Sud Europa. Ad esempio, sembra che un produttore italiano di tubi abbia ordinato HRC dalla Russia a 850 €/t CFR, dazi inclusi. Nel frattempo, i porti dell'Ue sono congestionati a causa di problemi sia strutturali sia legati alla pandemia. Inoltre, «anche dopo che il materiale è stato sdoganato, le consegne sono rese difficili dalla mancanza di camion», ha aggiunto una fonte. Grossi volumi sono in attesa nei porti dell'Ue e molti operatori di mercato ritengono che la quota di salvaguardia relative agli HRC indiani sarà esaurita rapidamente a ottobre, come accaduto a inizio luglio.
Come già riportato da SteelOrbis, nell'Ue la domanda di acciai piani proveniente dal settore automotive soffre ancora della mancanza di semiconduttori a livello globale. Tuttavia, secondo le fonti, altri settori industriali dovrebbero registrare un buon andamento nel prossimo periodo e contribuire a sostenere i prezzi dei coils sul mercato europeo. «In queste settimane si stanno discutendo i contratti per l'anno prossimo, pertanto, non credo che i produttori siano disposti a ridurre significativamente i prezzi in questo momento», ha commentato una fonte, aggiungendo che, nonostante i prezzi di transazione siano gradualmente diminuiti a partire da giugno, essi sono ancora molto alti rispetto agli anni passati. Inoltre, le quotazioni potrebbero beneficiare nel prossimo periodo della risoluzione della controversia tra Stati Uniti e UE sui dazi, attesa entro il 1° novembre. Qualora venissero rimosse le misure della Section 232 contro l'Ue, le acciaierie europee potrebbero aumentare i propri volumi di esportazione. Ciò porterebbe a una riduzione dell'offerta sul mercato interno e, di conseguenza, a pressioni rialziste sui prezzi. In tal caso, hanno sottolineato le fonti, i distributori e utilizzatori finali europei tornerebbero a chiedere con forza alla Commissione europea l'eliminazione o la modifica della salvaguardia sulle importazioni di acciaio.
Stefano Gennari