Stati Uniti, lunghi: acquirenti e fornitori prendono tempo dopo l’entrata in vigore del nuovo dazio al 50% della Section 232

giovedì, 05 giugno 2025 10:14:46 (GMT+3)   |   San Diego

I prezzi dei prodotti lunghi, sia sul mercato interno statunitense sia per l’importazione, sono rimasti stabili questa settimana, all’indomani dell’entrata in vigore – il 4 giugno – del raddoppio dei dazi sull’acciaio e sull’alluminio importati, deciso dall’amministrazione Trump. Lo riferiscono fonti del mercato a SteelOrbis.
Alcuni operatori hanno espresso a SteelOrbis il timore che l’aumento dei dazi possa ridurre ulteriormente una domanda di acciaio finito già esigua, poiché sempre più progetti infrastrutturali rischiano di essere sospesi a causa dell’incertezza legata all’attuale e futura politica tariffaria dell’amministrazione Trump.
«Il nuovo dazio al 50% continuerà a deprimere la domanda [di import] e potrebbe portare a una contrazione complessiva del mercato. Molti acquirenti preferiranno attendere», ha affermato una fonte domestica. «Nessuno è dell’umore giusto per negoziare», ha aggiunto un operatore del mercato della vergella. «Regna un clima di incertezza, e gli effetti concreti del provvedimento saranno chiari solo con il tempo».
Sebbene i prezzi settimanali non abbiano ancora mostrato variazioni, l’incertezza e la frustrazione tra gli operatori restano elevate, poiché in molti non condividono la strategia del presidente Trump di utilizzare i dazi per proteggere l’industria siderurgica nazionale in difficoltà.
«Questi dazi ci hanno colti di sorpresa», ha commentato un altro insider. «È una vera e propria crisi per tutti i consumatori di acciaio. Trump ha creato un pasticcio enorme, e oggi l’intero settore ne paga le conseguenze».
Secondo le fonti, i nuovi ordini di acciaio sono pressoché assenti, e le trattative sui prezzi sono complesse: acquirenti e fornitori stanno cercando di capire come ripartire l’incremento dei costi dovuto ai dazi, evitando di riversare subito aumenti netti sul mercato, consapevoli che ciò potrebbe innescare una concorrenza più aggressiva da parte dei produttori domestici per difendere le proprie quote.
«Uno dei miei principali fornitori sul mercato di Houston ha ritirato le offerte», ha raccontato un importatore di lunghi della costa del Golfo, riferendosi al passaggio da un dazio del 25% al 50%. «Tutti stanno lavorando con numeri più alti, ma nessuno sa ancora come prezzare l’inventario. Probabilmente si attenderà il consolidarsi della situazione per poi tornare a negoziare a livelli superiori a quelli attuali. Sempre che il mercato sia disposto ad accettarli».
Non manca la frustrazione per il fatto che alcuni operatori dei produttori domestici avrebbero «festeggiato con champagne» l’entrata in vigore del provvedimento, consapevoli che la riduzione dell’import avrebbe potuto offrire più spazio per rialzi dei prezzi interni.
«Questo dazio eliminerà molte importazioni a basso prezzo», ha osservato un’altra fonte. «La produzione interna è ampia e potrà vendere a prezzi più alti».
Sulla costa del Golfo, nonostante un livello di scorte ancora elevato, il prezzo del tondo d’importazione su base camion carico (zona Houston) è valutato attualmente tra i 35,00 e i 36,00 $/cwt, con una media a 35,50 $/cwt (720 $/nt o 794 $/t), leggermente in calo rispetto ai 35,00-37,00 $/cwt (media 36,00 $/cwt) di due settimane fa.
«Con i nuovi dazi, gli ordini potrebbero subire aumenti anche di 6,00-7,00 $/cwt (6,61-7,72 $/t)», ha osservato un insider del mercato import. «La vera domanda però è cosa accadrà con i carichi che sono già in transito». Secondo lo stesso, molti trader cercheranno un confronto diretto con i clienti per valutare la possibilità di trasferire almeno in parte i nuovi costi.
In mancanza di un’intesa sulla ripartizione dei maggiori costi, alcuni acquirenti potrebbero invocare la «forza maggiore» e dichiarare il carico in distress – una soluzione già adottata nel 2020, in piena pandemia, per far fronte alla crisi della logistica globale.
Nel mercato domestico del tondo, i prezzi su base FOB acciaieria sono valutati a 37,50-38,50 $/cwt (750-770 $/nt o 827-849 $/t), con una media a 38,00 $/cwt (760 $/nt o 838 $/t). Sebbene i prezzi siano «in fase rialzista sulla scia dei nuovi dazi», gli aumenti effettivi potrebbero emergere più lentamente, vista la forte disponibilità di scorte. Le scorte nel Sud degli USA restano elevate anche grazie all’annuncio dell’entrata in produzione del nuovo impianto mini-mill di Hybar LLC a Osceola, Arkansas, con una capacità annua prevista di oltre 700.000 tonnellate metriche di tondo.
Sul mercato domestico della vergella, i prezzi si attestano attualmente a 44,50-45,50 $/cwt (890-910 $/nt o 981-1.003 $/t), con una media a 45,00 $/cwt (900 $/nt o 992 $/t). Non si registrano al momento nuovi aumenti da parte di Nucor o altri grandi produttori, ma anche in questo segmento i prezzi dovrebbero seguire un trend rialzista nei prossimi giorni.
«Con l’offerta così limitata, la vergella potrebbe aumentare di 100 $/t e si continuerebbe comunque a vendere», ha commentato una fonte, facendo riferimento alla persistente scarsità di disponibilità nel comparto, aggravata recentemente dalla riduzione della produzione presso Liberty Steel a Peoria, Illinois.


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