Le forti fluttuazioni valutarie registrate sul mercato egiziano non ufficiale hanno continuato a influenzare i prezzi locali dell’acciaio e l’attività commerciale. Mentre il tasso di cambio ufficiale è ancora intorno a 1 $ = 30 EGP, sul mercato nero è balzato a 1 $ = 72 EGP, causando un rapido aumento dei prezzi nel settore siderurgico. Tuttavia, il tasso si è in seguito abbassato a 1 $ = 55 EGP, e Ezz Steel, leader del mercato locale, ha deciso di abbassare i prezzi, sebbene questi ultimi rimangano elevati su base dollaro.
Le offerte attuali dei lunghi di Ezz Steel in Egitto si attestano a 49.920 EGP/t o 796 $/t – con il tasso più recente – mentre gli HRC sono disponibili a 53.740 EGP/t o 857 $/t. Tutti i prezzi sono da intendersi franco fabbrica. Ciò significa che l’acciaieria ha diminuito i prezzi in sterline egiziane di 5.360 EGP/t nell’ultima settimana, ma l’equivalente in dollari statunitensi è ancora superiore di 100 $/t rispetto ai livelli precedenti, perciò la maggior parte degli operatori dovrà prevedere ulteriori correzioni. «L’attività commerciale è ferma. I venditori sono in attesa di un rimbalzo perché il problema del dollaro non è ancora stato risolto, e gli acquirenti attendono ulteriori diminuzioni» ha dichiarato un trader a SteelOrbis.
Per quanto riguarda le esportazioni, tuttavia, i prezzi dei lunghi egiziani sono stabili considerando l’attuale situazione della domanda estera, la crisi del mar Rosso, la resistenza dei prezzi del rottame e la concorrenza interna. Al momento Ezz Steel offre il tondo a 600 $/t e la vergella a 610 $/t, entrambi per la produzione di marzo ed entrambi su base FOB. Gli addetti ai lavori stanno anche monitorando la situazione sul mercato turco, dove a gennaio è stata introdotta una misura di salvaguardia di 175 $/t sulle importazioni di vergella. Alcuni ritengono che sarà difficile vendere nel paese per l’Egitto e la Malesia, sebbene queste due origini siano ancora soggette al regime di perfezionamento attivo in Turchia. «Le esportazioni russe [verso la Turchia] verranno interrotte a meno che le acciaierie non accettino di assorbire la tassa di 175 $/t», ha affermato una fonte. Tra l’altro, il materiale russo è soggetto a una tassa sulle esportazioni del 4,5-5,5% introdotta alla fine dello scorso autunno.