Pasini: output italiano di acciaio a +11,2% nei primi otto mesi del 2011

lunedì, 03 ottobre 2011 18:37:04 (GMT+3)   |  
       

Durante il convegno di SteelOrbis tenutosi di recente a Rezzato (Brescia), Giuseppe Pasini, presidente di Federacciai, ha illustrato le problematiche strutturali che connotano la siderurgia italiana, a cominciare dalla condizione di overcapacity, problema che affligge particolarmente il settore dei lunghi. L'utilizzo della capacità produttiva siderurgica in Italia resta attorno all'80% e, sottolinea Pasini, sarà difficile oltrepassare tale soglia in futuro.

In base ai dati riportati dal presidente di Federacciai, nei primi sette mesi dell'anno le importazioni di acciaio in Italia sono cresciute del 15,3% su base annua, superando le 11.692.000 tonnellate di prodotti. Allo stesso tempo, le esportazioni sono aumentate del 13,6%, attestandosi a 10.529.000 tonnellate. In particolare, le importazioni italiane hanno riguardato perlopiù prodotti piani (+17,6% su base annua) e lingotti/semilavorati (+4,8%). L'import di prodotti lunghi, ammontato a 1,57 milioni di tonnellate, è cresciuto invece del 20,5%.
Le importazioni italiane, che nel 2010 avevano riguardato perlopiù Paesi dell'Unione Europea (53% del totale), nei primi sette mesi del 2011 sono invece provenute soprattutto da Paesi extra-UE (53%).

Per quanto riguarda l'export (destinato per il 73% ai Paesi UE), nel periodo gennaio-luglio 2011 quello di prodotti piani è cresciuto del 19,6%, quello di prodotti lunghi del 7,6%, mentre quello di lingotti e semilavorati si è contratto del 10,8%. Pasini ha sottolineato come l'esportazione di acciai lunghi sia in modesta ripresa, specialmente in Nord Africa e in particolare in Algeria. A detta del presidente di Federacciai, questa situazione dovrebbe rimanere inalterata fino alla fine dell'anno.

Appare evidente come l'Italia continui ad importare molto più di ciò che esporta, generando un deficit nella bilancia commerciale. Secondo Pasini, è comunque positivo che l'Italia si confermi come un grande consumatore di acciaio, soprattutto di prodotti piani. Allo stesso tempo, l'output siderurgico italiano, nei primi otto mesi del 2011, è cresciuto dell'11,2% su base annua, passando da 16,8 milioni a 18,7 milioni di tonnellate. Il presidente di Federacciai ricorda tuttavia che sul dato ha inciso molto la riapertura dell'altoforno 4 di Taranto, risalente allo scorso aprile.

Nella parte conclusiva del suo intervento, Pasini ha sottolineato come le industrie siderurgiche italiane siano riconoscibili a livello internazionale non solo per la qualità dei propri prodotti, ma anche per gli investimenti a sostegno dell'evoluzione tecnologica, per l'attenzione alle ricadute sull'ambiente, per la salvaguardia dell'occupazione e delle professionalità mediante attività di formazione e per la visione d'impresa con orizzonti sempre più ampi. Tutto ciò, tuttavia, "non basta a farci guardare con serenità al futuro". Pesano in particolare il fattore energia (l'Italia ha investito molto nelle rinnovabili, ma pagherà un debito per i prossimi vent'anni), la logistica poco efficiente (con il trasporto su gomma in aumento negli ultimi anni), l'accesso difficile e oneroso al mercato delle materie prime, l'eccessiva burocrazia e una normativa ambientale (fattore CO2) penalizzante per il nostro Paese.