Il governo malese ha pubblicato la versione dettagliata della sua National Energy Transition Roadmap (NETR) che mira ad accelerare la transizione energetica del paese e ridurre significativamente le emissioni di carbonio.
Secondo la roadmap, nel 2020 l'approvvigionamento energetico nazionale comprendeva quattro fonti energetiche, di cui il gas naturale rappresentava il 42,4%. Il gas naturale era seguito dal petrolio greggio e dai prodotti petroliferi con il 27,3%, dal carbone con il 26,4% e dalle energie rinnovabili (principalmente idroelettrica, solare e bioenergia) con il 3,9%.
La prima fase della roadmap si concentrerà su efficienza energetica, energie rinnovabili, idrogeno, bioenergie, mobilità verde e cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio. Il paese limiterà quindi la costruzione di nuove centrali a carbone e aumenterà la quota di energia rinnovabile al 70% entro il 2050, passando a pratiche di risparmio energetico, incoraggiando i veicoli elettrici, aumentando l’uso dei trasporti pubblici e migliorando l’impronta di carbonio.
Secondo la roadmap, questa transizione genererà opportunità economiche e attirerà le multinazionali ad operare in Malesia. Si prevede che i progetti attireranno un investimento di oltre 25 miliardi di RM (5,37 miliardi di dollari) attraverso finanziamenti pubblici e privati, creeranno opportunità di lavoro e ridurranno le emissioni di gas serra di oltre 10.000 gigagrammi di anidride carbonica equivalente all’anno. La roadmap stima inoltre che la Malesia avrà bisogno di 435-1850 miliardi di RM (93,45-397 miliardi di dollari) per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Si afferma inoltre che «saranno necessari circa 637 miliardi di RM (136 miliardi di dollari) per aumentare la capacità di energia rinnovabile per 70% entro il 2050».
La Malesia ha anche lanciato il suo primo mercato del carbonio chiamato Bursa Malaysia Carbon Exchange nel marzo di quest’anno, ma lo scambio delle quote di carbonio è ancora nelle fasi iniziali.