Il tasso di crescita economica globale dovrebbe scendere al 3,6% quest'anno e nel 2022, rispetto al 6,1% registrato nel 2021, a causa degli effetti della guerra in Ucraina, dell'aumento dei prezzi delle commodity e dell'energia e dell'elevata inflazione. Lo ha affermato Alexander Gordienko, direttore delle esportazioni del gruppo spagnolo CELSA, intervenuto durante il meeting IREPAS & SteelOrbis che è iniziato ieri e che si concluderà domani 31 maggio.
Riguardo alle aspettative di crescita del Pil, Gordienko ha affermato che nelle economie avanzate le prospettive sono state riviste per il 2022, dal 4,4% dello scorso luglio al 3,3% di aprile. Inoltre, la crescita dorebbe ammontare al 2,4% nel 2023.
Nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo si stima che il Pil aumenterà del 3,8% nel 2022 (la stima precedente era di un +5,2%) e del 4,4% nel 2023. La revisione delle prospettive per le economie avanzate è dovuta all'aumento dei prezzi dell'energia derivante a sua volta dal conflitto in Ucraina. Riguardo all'inflazione, Gordienko ha sottolineato che la guerra tra Ucraina e Russia e un allargamento delle pressioni sui prezzi dovrebbero aumentare l'inflazione per un periodo più lungo di quanto previsto in precedenza.
Quanto al settore edile europeo, l'export director di CELSA ha affermato che la produzione delle costruzioni è aumentata in tutti i paesi europei nel 2022, in particolare in Spagna, mentre è rimasta stabile in Germania.
Analizzando l'andamento della produzione mondiale di acciaio, Gordienko ha evidenziato che c'è stata una crescita significativa nel 2021, mentre si assisterà probabilmente a un rallentamento nel 2022. Nel periodo gennaio-marzo di quest'anno, la produzione mondiale di acciaio è diminuita del 6,8% fermandosi a 456,6 milioni di tonnellate. Nello stesso trimestre, la Cina è stato il primo produttore di acciaio con 243,4 milioni di milioni di tonnellate, dato in calo del 10,5% su base annua.
Nel 2021 la domanda mondiale di acciaio è ammontata a 1,87 milioni di tonnellate. Riguardo al 2022, Gordienko ha affermato che la domanda globale dovrebbe diminuire dell'1,8% su base annua, a 1,84 milioni di tonnellate, mentre nel 2023 tornerà a crescere del 2,2%, raggiungendo 1,88 milioni di tonnellate. Ricordando che Russia e Ucraina rappresentavano il 13,5% delle esportazioni globali di acciaio – con la Russia come secondo esportatore dopo la Cina – Gordienko ha affermato che, se la Cina riuscirà a superare completamente la crisi pandemica, le sue esportazioni aumenteranno nei prossimi anni.
Focalizzandosi sui prodotti lunghi, il direttore delle esportazioni di CELSA ha dichiarato che i consumi dovrebbero scendere del 10% su base annua nel 2022. Più nello specifico, il consumo di vergella e quello di tondo vedranno diminuzioni rispettivamente del 15,5% e dell'11,1%, mentre i laminati mercantili e i profilati dovrebbe perdere rispettivamente il 2,4% e il 7,5%. Il gruppo spagnolo stima che il consumo di tondo ammonterà a 378 milioni di tonnellate nel 2022. Gordienko ha affermato che i prezzi degli acciai lunghi a maggio di quest'anno sono saliti ai livelli che non si vedevano dal 2018 a causa degli alti prezzi dell'energia. Tuttavia, più recentemente le quotazioni sono tornate ai livelli prebellici.