Il candidato di estrema destra Jair Bolsonaro, del Partito Social-Liberale (PSL), avanzerà al secondo round delle elezioni presidenziali brasiliane del 24 ottobre, assieme al candidato di sinistra Fernando Haddad, del Partito dei Lavoratori (PT). Bolsonaro ha vinto con il 46% dei voti, mentre Haddad ha ottenuto il 29,3%.
I due candidati hanno idee differenti riguardo all’economia, alla politica fiscale e alla spesa pubblica.
Bolsonaro è a favore della privatizzazione delle principali industrie nazionali, e il suo avanzamento al secondo round delle elezioni ha contribuito a un miglioramento del sentiment di mercato. La valuta brasiliana, il real (BRL), si è immediatamente rivalutato nei confronti del dollaro in seguito alle elezioni preliminari del 7 ottobre. Bolsonaro nel frattempo è stato accusato di aver sollevato odio e un sentimento “anti-sinistra” nel paese.
Haddad propende per un maggior potere allo stato cosicché questo possa attuare riforme sociali e infrastruttural, per far crescere l’economia. Ha l’appoggio dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che attualmente sta scontando una condanna a 12 anni di carcere per corruzione e riciclaggio di denaro. Lula ha provato a presentarsi alle elezioni, ma la sua candidatura è stata respinta dal Tribunal Superior Eleitoral (TSE), la più alta corte brasiliana che si occupa di questioni elettorali.
Non è chiaro come le politiche di ciascun candidato possano aiutare o danneggiare l'industria siderurgica locale, che ha recentemente iniziato a riprendersi dopo anni di declino. Il settore siderurgico brasiliano chiede il miglioramento di un programma in favore delle esportazioni, affinché queste diventino più competitive a dei limiti alle esportazioni di semilavorati verso gli Stati Uniti.