La Russia starebbe riflettendo sulla possibilità di limitare le esportazioni di carbone da coke nel prossimo futuro. In particolare, con l'obiettivo di ridurre i prezzi nel mercato interno, il governo russo ha chiesto al Ministero dell'Energia e al Ministero dell'Industria e del Commercio di sviluppare restrizioni alle esportazioni del materiale in questione. In precedenza, il 16 marzo, il ministro dell'Energia russo Nikolay Shulginov aveva chiesto a tutti gli operatori del mercato di privilegiare le forniture al mercato interno anziché le vendite all'export, in particolare al fine di garantire scorte per il periodo autunno/inverno. Inoltre, è stato chiesto agli stessi operatori di astenersi dall'utilizzare una correlazione diretta con i prezzi globali nella definizione delle offerte per il mercato interno.
Mentre i dettagli di un possibile nuovo regolamento restano ignoti, le intenzioni dichiarate deal governo russo hanno causato molta confusione nel mercato globale del coking coal. «Se ne sta parlando parecchio, ma penso non sarà nulla di grave – ha commentato un trader cinese –. Molto probabilmente verranno imposte alcune quote all'export. Il motivo è che non possono permettersi prezzi così alti in Russia».
Secondo un importante trader internazionale, «la Russia è sempre stata uno dei principali esportatori mondiali di carbone da coke. Se vengono imposte restrizioni, come farà l'industria nazionale russa a consumare tutto quanto?». I dati del Ministero dell'Energia russo mostrano che nel 2021 le esportazioni di carbone dalla Russia sono state pari a 215,1 milioni di tonnellate, di cui 22,6 milioni di tonnellate di carbone da coke. «La situazione attuale è molto fluida», ha affermato un trader europeo.