ArcelorMittal teme l'impatto del coronavirus su vendite e redditività

lunedì, 09 marzo 2020 16:47:24 (GMT+3)   |   Brescia
       

ArcelorMittal teme che l'emergenza mondiale del coronavirus possa avere un impatto sulle sue vendite e sulla sua redditività nel 2020, come affermato dal colosso mondiale dell'acciaio nel proprio "Annual Report". La società scorge segnali di una stabilizzazione del rallentamento della domanda per quest'anno e ritiene che il livello delle scorte sia di buon auspicio per la domanda apparente. Ciononostante, questo scenario potrebbe essere messo a repentaglio dall'impatto della diffusione del coronavirus al di fuori della Cina
«Il recente aumento dei casi al di fuori della Cina è preoccupante e aumenta il rischio di una pandemia globale e un impatto negativo molto più grande sul PIL globale» ha dichiarato ArcelorMittal, aggiungendo che «la società sta monitorando attentamente la situazione, in particolare in Italia, perché se il virus dovesse diffondersi più ampiamente in Europa, ciò avrà probabilmente un impatto materiale sulle vendite e sulla redditività dell'azienda nel 2020».

ArcelorMittal prevede che la domanda cinese di acciaio «crescerà nel 2020 in un intervallo compreso tra +0,0% e +1,0% (rispetto alla crescita stimata del +3,2% nel 2019) trainata da una solida attività immobiliare» e aiutata dalla risoluzione dell'emergenza coronavirus. Tuttavia, la previsione potrebbe peggiorare «a causa dell'impatto del virus sulla domanda cinese e dell'impatto a catena» in altri paesi. Il colosso franco-indiano ha affermato che le conseguenze precise del coronavirus non sono note, ma finora sono state negative sui prezzi cinesi e la situazione potrebbe proseguire se le scorte dovessero continuare ad aumentare presso le acciaierie» del paese asiatico.

ArcelorMittal prevede «un impatto negativo significativo sulla produzione industriale e sulla domanda di acciaio nel primo trimestre 2020» e, «supponendo che le interruzioni vengano risolte presto, l'occupazione e i redditi dovrebbero restare relativamente inalterati, poiché la maggior parte della produzione persa verrebbe recuperata nella parte restante del 2020, sostenuta dall'allentamento fiscale e monetario. Tuttavia - ha aggiunto la società - nel 2020 sia la crescita del PIL sia quella della domanda di acciaio saranno ancora probabilmente più deboli di quanto previsto prima dello scoppio» del virus. 

L'Italia conta attualmente il maggior numero di infezioni da coronavirus al di fuori dell'Asia Pacifica, con oltre 7.300 casi confermati. Il numero di infezioni continua ad aumentare in tutto il mondo, creando incertezza sui mercati dei metalli. La vendita di massa di azioni innescata dalla crescente diffusione del coronavirus, combinata con il brusco calo dei prezzi del petrolio, ha provocato il crollo dei mercati azionari in Europa. ArcelorMittal ha perso oggi oltre il 15 percento.

Stefano Gennari