Alla Eurometal Steel Day & YISAD Flat Steel Conference tenutasi in collaborazione con SteelOrbis il 5 marzo all’Istanbul Marriott Hotel Asia, Anthony de Carvalho, Capo dell’Unità siderurgica ed esperto economista presso l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), ha parlato dell’impatto dell’overcapacity sull’industria siderurgica e di come l’OCSE sta cercando di affrontarlo.
De Carvalho ha spiegato che l’overcapacity dell’industria siderurgica sta avendo un impatto negativo sui mercati e sulle emissioni: i primi non funzionano correttamente a causa dei problemi organizzativi in termini di risorse e offerta, e le seconde stanno crescendo in modo incontrollato con gravi implicazioni sul clima.
Un’analisi della situazione attuale della domanda ha rivelato che la sua debolezza è dovuta al rallentamento della crescita economica, all’elevata inflazione e agli alti tassi d’interesse. Sebbene sia comunque in lenta ripresa, l’incremento della domanda globale non è abbastanza rapido da stare al passo con l’aumento dell’overcapacity.
Inoltre, De Carvalho ha fatto notare che la capacità produttiva del settore siderurgico sta crescendo in ambiti che comportano emissioni medie di CO2 superiori rispetto ad altre. Le tendenze attuali stanno ampliando il divario tra capacità e domanda, il che nei prossimi anni potrebbe portare a un flusso di esportazioni di acciaio ad emissioni relativamente alte sui mercati internazionali, facendo ridurre la redditività dei produttori.
L’outlook dell’OCSE riguardo all’espansione della capacità fino al 2026 vede i paesi asiatici in testa – in particolare l’ASEAN e l’India – con una crescita di quasi 90 milioni di tonnellate. L’aspetto negativo è che, di queste, circa 65 milioni verranno prodotti utilizzando tecnologie BOF estremamente inquinanti, mentre nel resto del mondo la produzione si sta spingendo sempre di più verso l’EAF.
Nel biennio 2024-26, la crescita potenziale della capacità ammonta a 158 milioni di tonnellate, mentre il divario capacità-domanda ammonta a più di 500 milioni di tonnellate. Lo scorso anno l’eccesso globale di capacità – con la Cina al primo posto tra i maggiori produttori – è ammontato a 504 milioni di tonnellate: il dato supera il totale complessivo della produzione di tutti i maggiori produttori siderurgici nel mondo e il volume del commercio mondiale, che aveva coinvolto 282 milioni di tonnellate. Se questa tendenza dovesse proseguire, la Cina rischia di spazzare via tutti gli altri paesi dalla produzione globale, ha spiegato De Carvalho.
L’impatto dell’eccesso di capacità sui mercati mondiali
In uno studio rilasciato venerdì 1° marzo, l’OCSE ha illustrato un modello empirico per valutare gli effetti dell’eccesso di capacità sui mercati siderurgici mondiali. Il risultato dello studio può essere sintetizzato con una frase del dott. De Carvalho: «L’eccesso di capacità porta la redditività a livelli insostenibili, e l’industria siderurgica ha bisogno di utili maggiori per poter migliorare la produzione a basse emissioni di carbonio». Nella sua analisi, l’OCSE ha anche ipotizzato cosa sarebbe successo senza questo aumento esponenziale della capacità produttiva, e ha concluso che, inizialmente, i tassi di sfruttamento della capacità e i profitti sarebbero diminuiti per poi stabilizzarsi a livelli sani e maggiori di quelli attuali.
I risultati preliminari mostrano inoltre che, in molti casi, anche i prezzi delle materie prime sono scesi al di sotto dei valori previsti, causando un impatto negativo sulla redditività.
Per concludere, l’eccesso di capacità a livello globale sta portando i produttori ad avere quote di mercato sempre minori, a un calo dei tassi di sfruttamento della capacità e dei ricavi, nonché a un’influenza considerevole sulle esportazioni degli altri paesi.
Il cambiamento dell’eccesso di capacità in un panorama di costante evoluzione
De Carvalho ha spiegato che l’eccesso di capacità sta crescendo in un contesto in cui le politiche commerciali sono sempre più focalizzate sulla questione dell’impronta carbonica. È per questo motivo che l’overcapacity è entrata nel contesto dell’industria siderurgica in un momento sfavorevole, quando appunto quest’ultima si sta concentrando sulla decarbonizzazione. Questa situazione potrebbe portare i governi a concedere sussidi a supporto dei paesi colpiti, a introdurre politiche di aumento della fornitura nazionale di materie prime e a focalizzarsi su di nel percorso verso la decarbonizzazione.
Lo scorso anno, il GFSEC (Global Forum on Steel Excess Capacity) ha siglato un mandato di tre anni e ha iniziato un importante percorso votato alla risoluzione del problema rivolgendosi anche ai paesi asiatici non membri del forum, in quanto a loro volta vittime di questa situazione.
Nel terzo trimestre di quest’anno, il GFSEC terrà un incontro ministeriale per sviluppare alternative tangibili da applicare alla risoluzione del problema dell’overcapacity.