Secondo quanto comunicato dall’associazione siderurgica sudamericana Alacero, nei primi nove mesi dell’anno la Cina ha esportato 58 milioni di tonnellate di acciai finiti (+44%) e, di queste, 6 milioni di tonnellate sono state importate dall’America Latina (+54%); entrambe le variazioni fornite sono calcolate su base annua. L’America Latina ha incrementato la propria quota di importazioni di acciai finiti dalla Cina dal 9,7% al 10,3%, divenendo la seconda area geografica principale di importazione dalla Cina di questi prodotti, dopo la Corea del Sud. Nel solo mese di settembre, l’import di acciai finiti dell’America Latina dal paese asiatico si è attestato a 610.787 tonnellate (+49% su base annua e -15% su base mensile).
Nei primi nove mesi, i principali paesi dell’America Latina importatori di acciai finiti dalla Cina sono stati il Brasile (1,5 milioni di tonnellate, +45% annuo e corrispondente al 25% dell’export cinese verso il Sudamerica), il Cile (946.325 tonnellate, +75% annuo e corrispondente al 16% dell’export cinese verso il Sudamerica) e l’America Centrale (935.776 tonnellate, +67% annuo e corrispondente al 14% dell’export cinese verso il Sudamerica).
Nello stesso periodo, l’America Latina ha importato 4,03 milioni di tonnellate di acciai piani e 1,61 milioni di tonnellate di acciai lunghi dalla Cina.
Alacero ha dichiarato che l’incremento delle importazioni cinesi di acciai finiti in America Latina danneggia i risultati operativi e finanziari dei produttori locali. Per contrastare questo problema, sono in corso 15 azioni legali e 24 misure protezionistiche contro le pratiche di esportazione a basso prezzo dei produttori cinesi nel Sudamerica. Nel corso dell’ultimo congresso di Alacero di novembre, alcuni dirigenti dell’associazione siderurgica sono tornati a chiedere un’azione immediata dei governi nazionali per assicurare una buona competitività con l’export cinese.