Acciaierie Bertoli Safau: aut-aut per il nuovo elettrodotto e visita a Sisak

giovedì, 24 maggio 2012 12:05:31 (GMT+3)   |  
       

"È dal 2007 che la Regione Friuli e Terna esprimono le migliori intenzioni. Ora, però, dobbiamo fare una scelta". Con queste parole Alessandro Trivillin, amministratore delegato di Acciaierie Bertoli Safau (ABS), ha lanciato quello che suona come un aut-aut per le autorità locali e non solo: il raddoppio della capacità produttiva, con un investimento di 400 milioni di euro, verrà realizzato a Pozzuolo del Friuli (Udine) solo se entro la fine dell'estate inizieranno i lavori per il nuovo elettrodotto Redipuglia-Udine Ovest. Peraltro, continua Trivillin, ''la realizzazione dell'elettrodotto è condizione necessaria ma non sufficiente per restare in Friuli''.

Per far pendere la bilancia sull'Italia, quindi, nei prossimi mesi servono atti concreti, come la posa di un primo traliccio della nuova linea. La questione strutturale è legata alla garanzia della continuità di fornitura energetica, che la vecchia linea non può più assicurare e che nel tempo sarà sempre meno affidabile: sembra infatti che il produttore friulano di acciai speciali, leader nel settore a livello europeo, sia costretto a fare i conti con black-out anche per un semplice temporale, cosa che certamente non agevola l'attività produttiva in un momento molto delicato a causa del rallentamento dei consumi in tutta la UE.

''Decideremo entro l'anno'' ha detto Trivillin ai giornalisti, alludendo ad altre 2-3 ipotesi di delocalizzazione dell'investimento. Tra queste, spicca quella quella serba, per la quale è già stato firmato un memorandum d'intesa con il governo locale. Tuttavia, sottolinea l'a.d. di ABS, "vorremmo fosse realizzato in Italia e, in particolare, qui in Friuli per mille ragioni" .

La scelta, però, ruota sostanzialmente attorno a strategie industriali e, oggi più che mai, dalle condizioni dei mercati di riferimento. Nell'ultimo anno l'acciaieria ha recuperato importanti valori di fatturato. Nei primi nove mesi dell'attuale esercizio, che si chiude a giugno, i ricavi hanno raggiunto i 681,2 milioni di euro, in crescita del 18% rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente. L'utile netto è stato di 25,2 milioni, più che raddoppiato. Il problema, però, è che - secondo il presidente Carla De Colle - l'azienda è costretta a "navigare a vista": il portafoglio ordini, infatti, è di 220 milioni di euro, mentre a giugno dell'anno scorso era di 380 milioni.

Intanto, le agenzie di comunicazione croate hanno riportato che il 17 maggio una delegazione di ABS si è recata in visita all'acciaieria croata di Sisak, per la quale si è recentemente parlato di un forte interessamento del gruppo Danieli/ABS che sarebbe già sfociato in una offerta di acquisto. Lo stabilimento, che produce tubi senza saldatura, ha attratto l'interesse di vari compratori dopo che la Commissione Europea ha annunciato l'annullamento delle tariffe antiduping a carico dei prodotti dello stabilimento croato.