Le acciaierie turche hanno raggiunto livelli sempre più bassi per il rottame deep sea in ogni nuovo accordo: i prezzi del rottame dagli Stati Uniti si avvicina a 340 $/t CFR, facendo crescere la pressione sui venditori europei di rottame. Il deprezzamento dell’euro verso il dollaro non aiuta la situazione dei prezzi, sebbene anche i quantitativi disponibili dall’Unione Europea stiano aumentando nonostante i costi di raccolta invariati.
SteelOrbis ha appreso che un produttore di Marmara ha concluso anche un accordo con gli Stati Uniti per rottame HMS I/II 80:20 a 342 $/t CFR. Il prezzo risulta essere inferiore di 3 $/t rispetto all’accordo precedente concluso dagli USA. Pare poi che un altro venditore con sede negli Stati Uniti abbia concluso una vendita alla Turchia per l’HMS I/II 80:20 a 341 $/t CFR. Per questa seconda prenotazione non sono disponibili dettagli al momento della pubblicazione.
Fonti di mercato segnalano un accordo tra un produttore di Iskenderun e un fornitore dalla regione scandinava per l’HMS I/II 80:20 compreso in un range tra 340 e 342 $/t CFR. Sebbene tali informazioni non siano state confermate dall’acquirente o dal venditore al momento della pubblicazione, gli operatori considerano il prezzo accettabile per questa qualità. «Questo prezzo indica anche un piccolo calo da un’altra prenotazione dalla Scandinavia effettuata la scorsa settimana a 343 $/t CFR» ha riferito una fonte ieri, 13 gennaio.
La scorsa settimana, invece, le prenotazioni di rottame proveniente dall’Europa sono state chiuse nel range di 333-335 $/t CFR. Un accordo dal Belgio è stato concluso a 335 $/t CFR da un produttore con sede a Iskenderun, e lo stesso acquirente – secondo quanto appreso da SteelOrbis – ha concluso anche due accordi dal Regno Unito a 333-334 $/t CFR. Questi livelli mostrano un calo di 3-4 $/t per l’HMS I/II 80:20 proveniente dall’Europa. Secondo fonti di mercato, la scorsa settimana sono stati inviati in Egitto tre carichi dall’UE.
Le fonti di mercato affermano che il flusso di rottami negli Stati Uniti e nell’Unione Europea rimane basso a causa del freddo invernale. «La neve è un ostacolo significativo per i raccoglitori europei di rottame. La situazione non è molto diversa negli Stati Uniti, dove il mercato interno sta pagando circa 30 $/t in più per le qualità maggiori, come il frantumato. Di conseguenza, i volumi presso i nostri depositi per l’esportazione stanno calando», ha commentato un importante venditore di rottami statunitense. Lo stesso ritiene che i prezzi del rottame deep sea in Turchia siano sul punto di cambiare: «Penso che nei prossimi giorni ci sarà una ripresa».
Detto questo, la disponibilità di qualità elevate nell’Unione Europea potrebbe aiutare la Turchia a soddisfare le proprie esigenze. SteelOrbis ha infatti sentito che i venditori di rottame europei dispongono di quantitativi maggiori del solito di rottame frantumato e bonus, poiché le acciaierie hanno lasciato il mercato prima del previsto a dicembre per le vacanze senza acquistare le qualità in questione.
«I prezzi di raccolta in UE non stanno scendendo, le offerte di acquisto sono inferiori, ma i flussi di rottame si fermano con i tagli dei prezzi. Negli ultimi dieci giorni abbiamo anche cercato di tagliare i prezzi di raccolta nel Regno Unito, ma non ci siamo riusciti. La concorrenza non ci dà molto spazio per tagliare i costi di raccolta», ha commentato un esportatore britannico. La stessa fonte ha affermato che i prezzi del deep sea potrebbero rimanere stabili ancora per un po’. «I venditori sembrano essere disposti a continuare a vendere ai livelli attuali. Il movimento laterale potrebbe continuare per un po’, ma la Turchia ha bisogno di molti carichi per la spedizione di febbraio. Penso che le acciaierie turche potrebbero aumentare il numero di acquisti di carichi questa settimana per prepararsi per marzo, con la speranza di un rimbalzo nelle quotazioni dei finiti».
Un’altra fonte ha affermato che la Turchia ha bisogno di almeno 20 carichi deep sea per la spedizione di febbraio, e ha aggiunto: «I prezzi potrebbero cambiare di tendenza. Stiamo per raggiungere il fondo, se non ci siamo già arrivati». Mentre i venditori questa settimana hanno iniziato a condividere aspettative leggermente più positive, gli acquirenti segnalano ancora un elevato numero di carichi disponibili per la Turchia e una carenza di domanda per gli acciai finiti.