La scorsa settimana le acciaierie turche avevano sospeso gli acquisti di rottame principalmente per due motivi: l'avvicinarsi del referendum del 16 aprile e i ribassi dei prezzi dei semilavorati e dei prodotti finiti provenienti dalla Cina.
Ieri 17 aprile, giorno lavorativo in Turchia, la domanda di acciai finiti turchi non ha mostrato alcun miglioramento nonostante le riduzioni subite dai prezzi sul mercato domestico. Vista l'assenza di una forte domanda da parte dei clienti internazionali e alla luce dell'andamento negativo dei prezzi cinesi, le acciaierie turche continuano a rimandare ogni acquisto di rottame estero.
Nell'ultimo mese le quotazioni del minerale di ferro sono calate del 31% in Cina a causa delle elevate scorte ai porti. Intanto, a marzo l'utilizzo della capacità siderurgica è cresciuto in Cina, mentre nel primo trimestre il volume delle esportazioni del paese ha evidenziato un calo del 25% annuo. Non sorprende dunque che i fornitori cinesi stiano tuttora mantenendo un atteggiamento aggressivo sui mercati export, continuando a ridurre i loro prezzi a discapito delle vendite dei produttori siderurgici turchi.
Poiché in assenza di visibilità sul mercato degli acciai finiti i produttori siderurgici turchi non sono propensi a pianificare acquisti di rottame, la domanda di rottame appare debole, e si è ridotto il numero di fornitori stranieri che stanno offrendo rottame in Turchia. La debolezza della domanda di rottame e il calo dei prezzi cinesi hanno messo sotto pressione i prezzi dei prodotti finiti turchi destinati all'export. Pertanto, si prevede che le acciaierie turche andranno alla ricerca di offerte inferiori rispetto ai 272-276 $/t CFR pagati all'inizio di aprile per l'HMS I/II 80:20.