Secondo quanto appreso da SteelOrbis in ambienti commerciali e industriali oggi, 27 ottobre, i prezzi del pellet indiano avrebbero raggiunto il punto più alto degli ultimi sette mesi. Tuttavia, contrariamente a quanto avvenuto nelle scorse settimane, l’attività commerciale si è affievolita a causa del divario quotazione-offerta, della resistenza degli acquirenti e delle previsioni di rallentamento della produzione in Cina.
I prezzi del pellet indiano sono aumentati di 1 $/t nell’estremità superiore del range, attestandosi a 129-132 $/t CFR Cina, ma le offerte ricevute non hanno superato i 120 $/t CFR, mostrando la resistenza degli acquirenti che rappresentano le acciaierie cinesi.
Malgrado la mancanza di interesse della Cina e la prevista riduzione della produzione siderurgica, il sentiment dei produttori indiani è stato incoraggiato dalle richieste provenienti dal Medio Oriente e, sebbene non ci siano accordi confermati, l’umore del mercato è rimasto alto durante una settimana di calma piatta.
«Ci aspettavamo un’interruzione degli acquisti da parte della Cina, perché nelle scorse settimane sia i volumi scambiati che i prezzi sono aumentati troppo velocemente. Gli acquirenti stanno rivalutando il fabbisogno di materie prime, tenendo conto della futura correzione dei prezzi e dell’entità della decrescita della produzione delle acciaierie cinesi», ha dichiarato un membro della Pellet Manufacturers’ Association of India (PMAI).
«Per ora l’interesse dal Medio Oriente sta sostenendo il sentiment e i prezzi, anche se non ci sono trattative confermate. Bisogna però considerare che le richieste si riferiscono in genere alla fornitura a lungo termine (da tre a sei mesi) la quale prevede solitamente uno sconto sul prezzo spot, perciò potrebbero non avere un impatto diretto sulle quotazioni spot dei venditori. Comunque, avranno di certo un impatto indiretto per quanto riguarda la riduzione dei volumi all’esportazione disponibili dei produttori di pellet».