La forte differenza di vedute tra produttori e compratori di ghisa basica (BPI) ha portato all'interruzione degli scambi a livello globale a partire dalla fine di dicembre. I fornitori dei paesi CIS e del Brasile non hanno alcuna intenzione di abbassare le offerte, mentre i compratori stanno chiedendo riduzioni a fronte delle basse offerte provenienti dalla Cina. Ufficialmente la maggior parte dei produttori ha ritirato le proprie offerte e ha deciso di osservare gli sviluppi dei mercati internazionali delle materie prime e dei prodotti finiti. «Non abbiamo alcuna fretta di vendere ghisa al momento tenuto conto della buona domanda di acciai finiti – ha commentato un'acciaieria dell'area CIS –. I volumi di ghisa mercantile per marzo non sono nemmeno stati confermati per ora».
«I costi di produzione sono molto alti qui. I prezzi del minerale continuano ad essere elevati. Ora non stiamo offrendo» ha affermato un fornitore brasiliano. Un trader internazionale ha sottolineato che «c'è molta ghisa disponibile sul mercato. Gli indiani vogliono vendere, i cinesi vogliono rivendere, ma i compratori non ci sono».
Secondo le fonti, è possibile acquistare ghisa dall'India a 510 $/t FOB e dai paesi CIS a 550-560 $/t FOB Mar Nero. Al momento non ci sono offerte ufficiali, bensì "indicazioni", ha precisato un trader. Il produttore russo Tula starebbe chiedendo 620-630 $/t FOB, mentre l'ucraina Metinvest offrirebbe materiale in Italia a non meno di 620 $/t CFR.
Alla fine di dicembre un lotto di ghisa brasiliana è stato venduto a 540 $/t FOB, mentre gli ultimi piccoli lotti dall'area CIS sono stati venduti a un prezzo di 550-555 $/t FOB Mar Nero.