UE, coils a caldo: le acciaierie puntano a prezzi più elevati per il secondo trimestre, importazioni ancora vittime delle restrizioni commerciali

giovedì, 16 gennaio 2025 18:32:28 (GMT+3)   |   Istanbul

Il mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC) è rimasto in crisi, e la maggior parte degli acquirenti sostiene che al momento le scorte siano sufficienti e non abbiano necessità immediata di rifornirsi. La maggior parte degli operatori locali descrive poi le attuali condizioni del mercato come «troppo confuse», poiché alcune acciaierie sostengono di aver completato gli ordini per il primo trimestre 2025, mentre altri sostengono il contrario. Nelle ultime settimane il mercato import dei coils laminati a caldo è rimasto lento a causa delle numerose restrizioni commerciali, dei lunghi tempi di consegna e dei prezzi non competitivi.

Più precisamente, secondo le fonti, i produttori locali di HRC in Unione Europea, in particolare nel nord, sostengono di avere gli ordini completi per il primo trimestre e stanno cercando di aumentare i prezzi fino a 620 €/t franco produttore, livello che, secondo le fonti, non ha finora alcuna possibilità essere accettato. I prezzi praticabili, infatti, sono stati segnalati a 570-600 €/t franco produttore con consegna a marzo. Inoltre, secondo operatori locali, le offerte per gli HRC dall’Italia con consegna a marzo sono state segnalate in Germania a 610-630 €/t reso.

In Italia, invece, lo stesso materiale alle stesse condizioni è stato segnalato a 610-620 €/t reso, il che significa 600-610 €/t franco produttore, mentre la maggior parte degli acquirenti continua a presentare offerte a 560-580 €/t franco produttore, come la scorsa settimana.

«I distributori esprimono una mancanza di ottimismo per quanto riguarda le future tendenze del mercato, osservando che non ci sono stati segnali positivi da settori chiave che consumano acciaio, come quello automobilistico e quello delle costruzioni», ha segnalato a SteelOrbis un addetto ai lavori.

«Le acciaierie locali fanno giochetti. Sentiamo offerte non inferiori a 600 €/t franco produttore, non negoziabili, e allo stesso tempo transazioni confermate a prezzi molto più bassi. Non c’è chiarezza sul mercato», ha commentato un’altra fonte.

Nel frattempo nel segmento delle importazioni la maggior parte delle offerte è stata stimata a 540-590 €/t CFR contro i 540-560 €/t CFR segnalati la scorsa settimana. Nello specifico, l’estremità inferiore del range corrisponde alle offerte provenienti dal Vietnam, segnalate a 540-550 €/t CFR Europa meridionale, perlopiù come la scorsa settimana. Sembra inoltre che le offerte provenienti da Taiwan e dall’India si siano attestate a 560 $/t CFR, ossia 545 €/t CFR. Le offerte provenienti dalla Corea del Sud sono state segnalate a un massimo di 570-580 €/t CFR. Inoltre, le offerte dei fornitori turchi sono state segnalate a circa 580-590 €/t CFR, dazio incluso. «Anche le importazioni stanno affrontando grandi minacce. Persino i paesi al di fuori delle quote come l’Indonesia e l’Arabia Saudita potrebbero essere colpiti dall’annuncio delle modifiche del 1° aprile», ha dichiarato a SteelOrbis un operatore locale.

«La scorsa settimana la Commissione Europea ha annunciato che le quote UE per le importazioni di HRC sono state pienamente utilizzate da Vietnam, Giappone e Taiwan, evidenziando una forte domanda di HRC a prezzi competitivi da questi paesi. Al contrario, il 38% della quota egiziana rimane libero, mentre alcuni paesi devono ancora sfruttare le quote del primo trimestre, anche se non sono venditori tradizionali o regolari in UE», ha dichiarato a SteelOrbis il rappresentante di un’acciaieria.


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