I prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) indiani sono rimasti in gran parte stabili nell’ultima settimana a causa dell’assenza di scambi commerciali. Non si sono concretizzati nuovi accordi, poiché le offerte di acquisto sono state troppo basse. Il crescente pessimismo nelle principali destinazioni export e la riluttanza delle acciaierie nel restare aggressive per le vendite all’estero hanno contribuito a mantenere un mercato sottotono.
Fonti affermano che le acciaierie indiane avrebbero proposto offerte di vendita in un range di 505-515 $/t FOB in Medio Oriente, in aumento di 5 $/t nell’estremità superiore del range rispetto alla settimana precedente. Nello specifico – secondo le fonti – la maggior parte delle offerte per gli HRC SAE1006 provenienti dall’India per l’area del Golfo sono state segnalate a 535-540 $/t CFR, al pari della scorsa settimana. Altre fonti, tuttavia, hanno riportato offerte a livelli anche leggermente superiori, di circa 545-550 $/t CFR.
«Per i venditori indiani è quasi impossibile attirare clienti in quest’area, perché altri fornitori – specialmente dalla Cina – stanno offrendo HRC a circa 515 $/t CFR o anche meno», ha riferito a SteelOrbis un trader con sede negli Emirati Arabi.
I prezzi di offerta dei fornitori indiani verso l’Europa sono stati segnalati in un range di 545-550 $/t FOB, invariati rispetto alla settimana precedente, mentre gli acquirenti europei hanno riferito livelli di 600-605 $/t CFR. Secondo le fonti questi ultimi non hanno ancora risposto alle offerte, poiché molti di loro sono rientrati sul mercato solo pochi giorni fa e alcuni sono ancora assenti.
«I flussi commerciali sono molto frammentati tra le varie regioni, il che alimenta una nuova ondata di pessimismo. Gli acquirenti stanno posticipando i nuovi acquisti all’importazione a causa delle deboli aspettative di ripresa della domanda e le previsioni di un nuovo ciclo di ribassi», ha affermato una fonte vicina a Tata Steel Limited.
«Allo stesso tempo non crediamo che le acciaierie indiane saranno aggressive nel forzare le vendite per l’esportazione, poiché la domanda locale è buona ed economicamente non ha senso sacrificare i margini per vendere al ribasso verso l’estero».