I prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) sul mercato europeo hanno registrato un ulteriore calo nel corso di questa settimana, appesantiti da una domanda debole e da un sentiment marcatamente ribassista. La maggior parte degli acquirenti sta evitando nuovi ordini, citando livelli di scorte sufficienti e aspettative di ulteriori ribassi. Di conseguenza, l’attività commerciale resta contenuta, con un clima di cautela e attesa diffuso in tutto il mercato. Anche l’interesse per le importazioni rimane limitato e si concentra principalmente su materiale in arrivo entro il 1° ottobre, oltre il quale è previsto un rallentamento dell’attività.
Nel dettaglio, le offerte dei produttori del nord Europa per consegne a luglio si attestano ancora tra 600-620 €/t franco produttore, in linea con la scorsa settimana, ma i prezzi effettivamente negoziabili sono scesi di circa 10 €/t, raggiungendo i 590 €/t franco produttore. «Il mercato degli HRC affronterà ulteriori pressioni al ribasso durante l’estate: nel breve termine, nel nord Europa, un prezzo attorno a 570 €/t franco produttore è considerato realistico», ha dichiarato un operatore a SteelOrbis. «Un rimbalzo modesto è atteso solo dopo l’estate o nel prossimo trimestre».
In Italia, nel frattempo, le offerte da parte delle acciaierie si sono abbassate, passando da 580-600 €/t a 570-590 €/t franco produttore. Anche i livelli negoziabili sono scesi, attestandosi tra 550-555 €/t, in calo di almeno 20 €/t rispetto alla scorsa settimana. Secondo le fonti, il mercato resta prudente e alcune operazioni speculative sono state concluse anche a 535 €/t franco produttore, sebbene tali valori non rappresentino ancora il livello medio effettivo. Il sentiment rimane negativo, con la percezione che i prezzi degli HRC non abbiano ancora toccato il fondo.
Parallelamente, l’attività all’import nel sud Europa è rimasta debole, con offerte per gli HRC d’importazione comprese tra 470-530 €/t CFR, a seconda del fornitore, in calo rispetto al range di 490-540 €/t CFR della settimana precedente. Le offerte da parte di un’acciaieria indonesiana si collocano nella parte bassa del range, tra 470-490 €/t CFR, rispetto ai 490 €/t CFR della scorsa settimana. Tuttavia, secondo le fonti, «il mercato non è pronto ad acquistare da questi fornitori, usando piuttosto quei prezzi come leva negoziale verso altri».
Le offerte provenienti dall’India si attestano attualmente a 600 $/t CFR per l’Europa meridionale (circa 520 €/t CFR), in calo di 5-10 €/t su base settimanale. «I compratori stanno spingendo per ottenere prezzi più bassi, attorno ai 590 $/t CFR», ha riferito un operatore. Nel frattempo, una transazione per materiale proveniente dall’India è stata conclusa a 610 $/t CFR (circa 530 €/t CFR ad Anversa), anche se, secondo le fonti, il prezzo includeva extra per coils larghi 2 metri.
Per quanto riguarda i fornitori turchi, le offerte variano a seconda dell’origine: la maggior parte si colloca tra 515-530 €/t CFR, dazio incluso, riflettendo un calo settimanale di 5-10 €/t. Tuttavia, sono emerse anche offerte inferiori per materiale proveniente dalla Turchia, attorno a 550 $/t CFR (circa 480 €/t CFR dazio incluso).
«Attualmente, gli acquisti riguardano principalmente materiale che può essere sdoganato entro il 1° ottobre, dopodiché si prevede una pausa delle attività. Questo trend riguarda soprattutto i gli HRC, mentre gli acquisti di prodotti zincati sono già fermi. La maggior parte dei clienti sta adottando un approccio attendista, in attesa di chiarimenti sulla nuova normativa, in particolare sul Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM)», ha spiegato un trader spagnolo a SteelOrbis.
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