Coils a caldo UE: produttori e utilizzatori riducono la produzione

mercoledì, 18 marzo 2020 16:29:35 (GMT+3)   |   Brescia
       

I prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) sono diminuiti leggermente sul mercato italiano sulla scia delle notizie relative alle chiusure di diversi utilizzatori a causa dell'emergenza coronavirus. Tra loro numerose cause automobilistiche europee, ma non solo. Secondo quanto appreso da SteelOrbis, almeno due produttori di tubi italiani sono in procinto di sospendere la produzione, mentre un terzo produttore ridurrà il proprio output. I prezzi di transazione per gli HRC sono calati in media di 2,5 €/t nell'ultima settimana, posizionandosi attorno ai 440 €/t franco produttore.

Nel frattempo, ArcelorMittal Italia ha annunciato che ridurrà la produzione, il che comporterà una presenza di lavoratori a Taranto pari a circa 3.800 unità, cioè meno del 50% dei dipendenti in forza. Inoltre, SteelOrbis ha appreso che anche i produttori Arvedi e Marcegaglia rallenteranno le attività, nonostante nelle scorse settimane avessero garantito che i loro impianti erano pienamente operativi e che non si rilevavano particolari criticità nei trasporti. Nello specifico, il Gruppo Arvedi ha programmato di non lavorare/produrre nei weekend, di conseguenza ha ridotto i turni a cinque giorni su sette. Al problema delle fermate di diversi clienti si sommano i problemi e i ritardi delle consegne, specialmente al di fuori dell'Italia dopo che diversi paesi dell'UE hanno chiuso le frontiere interne per arginare la diffusione del virus. 

La notizia che diversi costruttori d'auto europei (tra cui FCA, Volkswagen, PSA, Renault e Daimler) hanno chiuso i loro stabilimenti ha colpito i prezzi degli HRC anche nel nord Europa. Qui sono diminuiti di una decina di euro nell'ultima settimana, scendendo al livello di 470-475 €/t franco produttore. Secondo le fonti, i produttori di acciai piani anche nel nord Europa stanno riducendo i volumi produttivi a fronte di un rallentamento delle vendite. 

In questo contesto, i tempi di consegna dovrebbero accorciarsi all'interno dell'UE, rendendo ancora meno appetibili le offerte da paesi terzi. Le offerte dalla Turchia si attestavano a 455-460 €/t CFR Italia la scorsa settimana, tuttavia i compratori italiani chiedono prezzi inferiori e diverse fonti si aspettano che i produttori turchi possano cedere 15-20 dollari per la loro produzione di maggio.

Stefano Gennari