Usa: il 2022 dell'industria siderurgica secondo John Anton (IHS Markit)

venerdì, 03 dicembre 2021 15:36:05 (GMT+3)   |   San Diego
       

Prezzi dell'acciaio finito al ribasso nel 2022 negli Stati Uniti, almeno secondo il direttore di IHS Markit John Anton. Per i compratori, si tratta di una buona notizia nonostante lo spauracchio di interruzioni lungo la catena di fornitura.

Nel corso della conferenza annuale "New Horizons" organizzata da SteelOrbis, Anton ha affermato che i prezzi in calo non riescono a tenere il passo con l’andamento in Europa. Ciò nonostante, ritiene che superata questa fase di assestamento i prezzi dell'acciaio negli Stati Uniti saranno superiori ai livelli pre-pandemia.

A livello globale, l'offerta di acciaio appare più limitata a causa dei tagli alla produzione in Cina e di quelli potenziali in Europa. La Cina è seriamente intenzionata a ridurre l'inquinamento, soprattutto in vista delle Olimpiadi invernali di Pechino del prossimo anno. Secondo quanto riferito, starebbe puntando a un taglio della produzione da 1-1,2 miliardi di tonnellate all'anno, il che ridurrà significativamente gli attuali livelli di acciaio in eccesso del paese. Anton ha affermato che la prima conseguenza del calo della produzione sarà l'allontanamento dal mercato dell’export. La Cina, ha continuato Anton, dopo aver eliminato lo sconto del 13% sull’Iva, potrebbe persino imporre una tassa sulle esportazioni. Anton ha sottolineato che i tagli alla produzione e il tema ambientalista in Cina in futuro potrebbero essere fattori da considerare come permanenti.

Passando all’Europa, il direttore di IHS Markit ha parlato del calo dei prezzi e del rallentamento della domanda, aggiungendo che, se la carenza di energia e il conseguente caro-bollette determinassero un calo della produzione, un'offerta più ridotta potrebbe compensare tale situazione.

Quanto agli Stati Uniti, durante la pandemia i prezzi sono aumentati a causa di gravi tagli alla produzione, ma ora che i livelli di capacità sono più o meno tornati alla normalità, si prevedono cali nonostante l'elevata domanda. I prezzi dei prodotti piani in acciaio sono aumentati molto più dei prodotti lunghi e Anton ha attribuito la discrepanza alla diversa pressione esercitata dal prezzo del rottame. Proprio per questo motivo, nel 2022 i prodotti piani in acciaio subiranno un forte calo mentre per i prodotti lunghi il trend ribassista sarà più morbido.

Parlando del maxi piano sulle infrastrutture approvato di recente negli Stati Uniti, Anton ha affermato che il mercato siderurgico statunitense non ne beneficerà prima del 2023: il 2022 sarà dedicato alla pianificazione, mentre i progetti infrastrutturali più grandi inizieranno concretamente l'anno successivo. La spesa massima per le infrastrutture avverrà tra il 2025 e il 2027, ha affermato Anton, per poi diminuire per il resto dei dieci anni interessati dal disegno di legge. Anton ha spiegato che tutti i progetti finanziati dalle infrastrutture devono utilizzare acciaio prodotto negli Usa: i rilaminatori, quindi, non possono utilizzare bramme importate. Il direttore ha poi aggiunto che anche i progetti di edilizia privata saranno numerosi e questi potranno lavorare su materiale di importazione. La situazione è stata descritta come vantaggiosa alla luce del recente accordo sui contingenti tariffari Usa-Ue.

Il nuovo sistema, che entrerà in vigore dal 1° gennaio, manderà in pensione le misure della Section 232 nei confronti dell'Ue. Germania e Paesi Bassi ne beneficeranno per quanto riguarda i prodotti piani dato che sono stati i detentori delle quote di esportazioni negli Usa più alte nel 2015-2017. Qualsiasi tonnellaggio inviato al di sopra dei livelli medi registrati in quel periodo sarà soggetto alla tariffa del 25%. Anton ha affermato che ciò porterà a circa 3,3 milioni di tonnellate di importazioni esenti da dazi, appena il 3% circa dei 110-120 milioni di tonnellate che costituiscono il consumo apparente annuo degli Stati Uniti. Per quanto riguarda i prezzi, è probabile che l’import e il mercato domestico registrino dei cali ma, ma come ha detto Anton, il ribasso è già iniziato e quindi questo non influenzerà troppo le prospettive dei produttori statunitensi. Ad essere avvantaggiati dal nuovo accordo, secondo Anton, saranno principalmente i buyer statunitensi e le acciaierie europee.


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