I prezzi del minerale australiano con un tenore di ferro pari al 62% hanno indicato oggi un aumento di 0,2 $/t rispetto a venerdì 20 gennaio, aprendo la settimana a quota 81,3-81,4 $/t CFR Cina. Intanto, in data 18 gennaio le scorte di minerale presso i principali trentatré porti cinesi sono ammontate a 103,2 milioni di tonnellate, indicando un incremento di 650.000 tonnellate (o dello 0,63%) rispetto allo scorso 10 gennaio.
La scorsa settimana le quotazioni del minerale ferroso sono cresciute del 4% grazie a fattori quali l'aumento dei prezzi dei semilavorati e degli acciai finiti in Cina. Per contro, i prezzi del coking coal hanno continuato a tendere al ribasso, indicando un calo del 2%.
Nonostante l'esistenza di fattori negativi quali l'eccesso di offerta e il calo del consumo di minerale (dovuto ai tagli alla produzione di acciaio grezzo in Cina), i produttori minerari continuano ad investire poiché i prezzi della materia prima non hanno ancora mostrato cedimenti significativi, contrariamente alle aspettative.
La scorsa settimana il produttore brasiliano Vale ha annunciato di aver caricato la prima spedizione di minerale dalla propria miniera S11D. Secondo quanto riportato da The Australian, la famiglia Todd, una delle più ricche e influenti della Nuova Zelanda, ha firmato recentemente un accordo con il governo dell'Australia Occidentale inerente un investimento di 5 miliardi di dollari in un progetto minerario nella regione del Pilbara; progetto dal quale verrebbero spediti circa 50 milioni di tonnellate di minerale l'anno.
Nel frattempo, la maggior parte dei player di mercato ritiene che gli attuali prezzi del minerale siano alti a fronte del problema dell'oversupply e della bassa domanda, e che incrementare le forniture di minerale possa avere un impatto negativo sui prezzi nel lungo termine. Guardando più al breve termine, è probabile che le quotazioni del minerale continuino ad oscillare in linea con i mercati dei future cinesi e con i prezzi registrati all'interno del mercato siderurgico cinese.