Italia, Forum Ambrosetti: mix bilanciato di tecnologie e una roadmap adeguata per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica entro il 2050

martedì, 09 settembre 2025 17:09:01 (GMT+3)   |   Brescia

Durante l’evento annuale Forum Ambrosetti tenutosi a Cernobbio dal 5 al 7 settembre 2025 dal titolo “Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”, l’azienda italiana leader nel settore dell’energia Edison e un think tank del gruppo di consulenza The European House Ambrosetti (TEHA) hanno presentato uno studio chiamato “Lo stato della transizione energetica in Italia: principi e policy per garantire sicurezza e competitività”, il cui focus è quello di valutare lo stato della transizione energetica in Italia e delineare una serie di obiettivi da raggiungere entro il 2050.

Il quadro attuale

Dal quadro attuale – che vede l’Italia vicina alla conclusione dei percorsi intrapresi per la transizione energetica, in particolare il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – emerge che l’Italia sia in linea con il 30% dei Key Performance Indicators (KPI) delineati per il 2030, ma in ritardo di oltre 10 anni per quello che riguarda la generazione di energia da fonti rinnovabili e lo sviluppo dei sistemi di accumulo.

«Proseguendo con l’attuale velocità di implementazione, non saremo in grado di rispettare gli impegni assunti a livello nazionale ed europeo. Si tratta di una sfida che non possiamo permetterci di sottovalutare, perché da essa dipende non solo la traiettoria della decarbonizzazione, ma la stessa capacità del sistema-Paese di mantenere un ruolo competitivo nello scenario globale», ha commentato Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti e TEHA Group. Alle sue parole si è accodato anche Nicola Monti, amministratore delegato di Edison, il quale ha dichiarato: «La transizione energetica è una sfida complessa che coinvolge non solo il modo di produrre e consumare energia, ma anche la competitività industriale e la sicurezza del Paese. Per centrare gli obiettivi serve un approccio sistemico che acceleri le autorizzazioni, dia certezza agli investimenti e contenga i costi in bolletta».

Cosa propone lo studio

Lo studio di Edison e TEHA ha infatti individuato quattro punti fondamentali perché l’Italia completi la transizione energetica in modo più rapido ed efficiente:

  1. Integrare tecnologie già esistenti e immediatamente spendibili (fotovoltaico, eolico onshore, batterie, ecc.) con tecnologie strategiche a basse emissioni di carbonio (nucleare, cattura e stoccaggio della CO2, eolico offshore, ecc.).
  2. Valutare questo mix di tecnologie in termini di rapidità di dispiegamento, costi complessivi per il cliente finale, resilienza e sicurezza sistemica e impatti economici e industriali per il Paese.
  3. Formalizzare un meccanismo di monitoraggio annuale e aggiornamento triennale degli obiettivi per il 2050 (roadmap).
  4. Bilanciare incentivi lato offerta e domanda per stimolare cittadini e imprese ad adottare le nuove tecnologie decarbonizzate.
Criticità e tecnologie chiave

Nel comunicato stampa di Edison e TEHA che presenta lo studio, emerge che, sebbene lo sviluppo delle energie rinnovabili sia un elemento chiave nel sistema-Paese Italia, al momento è ostacolato da costi accessori che rendono i progetti  “Ready to Build” fotovoltaici italiani oltre il 20% più costosi rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna.

Più nel dettaglio, lo sviluppo delle energie rinnovabili richiede sistemi di accumulo a breve e medio-lungo termine, valorizzando un potenziale che potrebbe generare un impatto economico stimato a 110 miliardi di euro. Parallelamente, lo studio evidenzia l’importanza di tecnologie quali il nuovo nucleare e la cattura e stoccaggio del carbonio (CCS). In particolare il primo, se sviluppato sotto forma di partnership europee, potrebbe generare valore fino a 50 miliardi di euro entro il 2050, mentre la seconda emerge come metodo ideale per decarbonizzare i settori cosiddetti hard-to-abate.

Valore economico delle azioni intraprese

In conclusione, lo studio afferma che, con il giusto bilanciamento di queste tecnologie e una roadmap adeguata, monitorata e costantemente aggiornata, si potrebbe generare un valore economico pari a circa 190 miliardi di euro entro il 2050 e facilitare l’accesso a energia pulita a costi competitivi per le industrie.