Marzo è stato il primo mese in cui si è registrato appieno l'impatto dell'emergenza coronavirus sul mercato italiano dell'auto. Con sole 28.326 immatricolazioni il comparto ha registrato un crollo dell'85,4% su base annua secondo i dati sono del Ministero dei Trasporti.
L'andamento della domanda a marzo ha trascinato, di conseguenza, in ribasso i dati del primo trimestre. Le immatricolazioni sono state pari a 347.193 unità, facendo registrare un calo del 35,47% rispetto ai primi tre mesi del 2019.
Michele Crisci, presidente dell'Unrae, si è detto convinto che «La risoluzione in tempi non brevi della drammatica crisi sanitaria da COVID-19, con gli effetti che la chiusura avrà sull'economia, e il tracollo, senza precedenti nella sua dimensione e velocità, del mercato auto che abbiamo visto nelle scorse settimane lasciano presagire una pesantissima caduta del mercato auto nel 2020, che potrebbe chiudere, nel migliore dei casi, intorno a 1.300.000 unità, un terzo in meno rispetto al 2019». Secondo Crisci «l'impatto di un blocco di 2 o 3 mesi sarebbe comunque devastante per l’intero settore automotive in Italia e in particolare per la filiera della distribuzione e assistenza, con il concreto rischio di chiusura di numerose imprese del comparto».
«Unrae - conclude il numero uno dell’associazione delle case automobilistiche estere - chiede quindi al governo l’adozione di misure assolutamente improrogabili a sostegno di un settore che contribuisce al 10% del Pil e genera circa 80 miliardi di euro annui di gettito fiscale, al fine di evitare la crisi irrisolvibile di numerose imprese del comparto e scongiurare la perdita di migliaia di posti di lavoro. Tra i provvedimenti da adottare già in sede di decreto Cura Italia occorre intervenire immediatamente con misure di sostegno finanziario per proteggere la liquidità dei concessionari ed evitare il crollo dell’intero sistema».