Negli ultimi dieci anni l'output di acciaio grezzo indiano è passato da 27,3 a 71,3 milioni di tonnellate grazie allo sviluppo tecnologico di cui si sono giovate le acciaierie del paese. Secondo la società di consulenza statunitense Frost & Sullivan sarebbero i forni ad arco elettrico ed i forni ad induzione l'innovazione più importante che hanno sospinto l'impetuosa crescita della produzione siderurgica indiana.
Secondo le stime elaborate, entro il 2015-16 l'output di acciaio grezzo in India dovrebbe raggiungere un volume di 112-113 milioni di tonnellate. Nell'anno fiscale 2010-11 la capacità produttiva installata all'interno del paese era di 78 milioni di tonnellate, che è stata sfruttata ad un regime medio dell'84%. Frost & Sullivan prevede che l'India, attualmente la quarta potenza siderurgica mondiale, scalerà la graduatoria fino a raggiungere il secondo posto nel 2015, scalzando il Giappone che nel 2011 ha sfornato circa 107 milioni di tonnellate di acciaio grezzo. La proiezione tiene conto del fatto che tutti progetti di incremento della produzione attualmente previsti vengano effettivamente portati a compimento.
Per quanto riguarda il consumo di acciaio indiano, la ricerca di Frost & Sullivan mostra che dai 38 kg pro capite dell'anno fiscale 2005-06 nell'anno fiscale 2011-12 si passati a 57 kg pro capite. Sono tuttora la costruzione di edifici e di infrastrutture i due settori più ‘affamati' di acciaio, che da soli rappresentano più del 60% del consumo indiano. Tra i settori 'steel intensive', negli ultimi cinque anni è stato il settore edile quello a registrare i maggiori tassi di crescita, seguito al secondo posto dal manifatturiero ed al terzo dall'automotive.