Secondo quanto affermato da fonti governative il 14 dicembre, il ministero indiano dell’Acciaio è in fase di confronto con i produttori siderurgici locali riguardo alla possibilità di introdurre restrizioni sulle importazioni, che potrebbero comportare un sistema di quote simile a quello europeo.
Le fonti hanno dichiarato che il confronto è in corso con le società siderurgiche nazionali Tata Steel, Steel Authority of India Limited (SAIL), Rashtriya Ispat Nigam Limited (RINL), JSW Steel Limited and Jindal Steel e Power Limited (JSPL).
Le opzioni sul tavolo includono un sistema di quote che si comporta come un limite di massima delle importazioni verso l’India da parte del singolo paese esportatore. In base a questo sistema, il paese esportatore spedisce entro i limiti di volume prescritti a dazio trascurabile o nullo, ma una volta raggiunto il limite entra in vigore un dazio di salvaguardia per le spedizioni successive.
Un’altra misura tra quelle proposte è l’eliminazione del cosiddetto dazio inferiore. L’India, ad esempio, ha utilizzato questo sistema durante le proprie indagini antidumping. Esso prevede che il dazio venga imposto in misura pari al margine più basso tra quello di dumping o di pregiudizio. Secondo questa norma, il margine di pregiudizio viene calcolato come la differenza tra il prezzo non pregiudizievole e il prezzo sbarcato.
Una volta eliminata la regola del dazio inferiore, il dazio sarà riscosso su un prezzo prestabilito e non sul prezzo in fattura.
Un’altra misura che è stata presa in considerazione è una struttura dei dazi all’importazione basata sui porti, in base alla quale le importazioni attraverso alcuni porti designati sarebbero soggette a un’aliquota più elevata.
La decisione di limitare le importazioni arriva dopo che l’India è diventata un importatore netto di acciaio nel periodo aprile-novembre di quest’anno, durante il quale le importazioni sono state stimate a 4,3 milioni di tonnellate e le esportazioni a 4,0 milioni di tonnellate.