Nel terzo trimestre del 2020 le importazioni di acciaio nell'UE sono diminuite del 25,4% su base annua, come riportato dalla European Steel Association (EUROFER) nel suo "Economic and Steel Market Outlook 2020-2021/Q4".
Nei primi undici mesi dello stesso anno, l'import di prodotti finiti nell'UE è calato del 17% su base annua, a fronte di contrazioni del 16% e del 20% rispettivamente nelle importazioni di prodotti piani e di prodotti lunghi.
Secondo EUROFER, nello stesso periodo l'UE ha importato prodotti finiti principalmente da Turchia, Russia, Corea del Sud, India e Ucraina. Questi cinque paesi hanno rappresentato il 65% delle importazioni totali dell'UE.
Sempre in gennaio-novembre 2020, sono state registrate diminuzioni su base annua nelle importazioni di prodotti finiti provenienti da Turchia (-31%), Cina (-29%) e India (-28%). Al contrario, le importazioni dalla Russia sono aumentate del 5%.
Nel report dell'associazione si legge che nel terzo trimestre 2020 l'import di prodotti piani e prodotti lunghi è calato rispettivamente del 21% e del 42% in termini tendenziali.
EUROFER ha osservato che le misure di salvaguardia, nonostante alcuni miglioramenti, non sono sufficienti a contrastare il rischio dell'incremento delle importazioni. Secondo l'associazione, infatti, qualsivoglia crescita della domanda europea di acciaio all'inizio del 2021 andrebbe a beneficio dell'import a causa del meccanismo di trasferimento dei contingenti tariffari inutilizzati. Ciò si riflette già parzialmente nelle quote di mercato dell'import sul consumo UE, che sono rimaste invariate anche nei periodi di crollo della domanda. Infine, EUROFER ha denunciato il fatto che in paesi come Cina, Indonesia, Iran, Russia e Turchia la capacità produttiva in eccesso continua a crescere senza una solida giustificazione economica.