Grazie al prestito-ponte da 320 milioni di euro in arrivo dall’Unione Europea si potrà iniziare a far ripartire lo stabilimento dell’ex-Ilva di Taranto, ormai definitivamente staccato dal gruppo franco-indiano ArcelorMittal.
Con il finanziamento europeo si potranno coprire i costi immediati, ma c’è necessità di trovare soci privati che si sostituiscano allo Stato nell’acquisizione dell’impianto. Il governo, infatti, si augura che l’amministrazione straordinaria duri il meno possibile, tanto che la premier Giorgia Meloni ha dichiarato a Porta a Porta: «io non voglio statalizzare, ci sono tutti i margini per trovare investitori privati che abbiano davvero interesse a far camminare questa azienda».
Si vocifera che si siano già fatti avanti diversi investitori, sia nazionali (Marcegaglia e Duferco) che internazionali (Metinvest).
Con l’arrivo di nuovi soci, però, bisognerà evitare, come in passato, di stringere accordi che concedano al privato totale autonomia, rivolgendosi allo Stato solo nel momento del bisogno di liquidità.