Aumento unilaterale dei prezzi, Assofermet chiede un confronto ad Acciaierie d'Italia

martedì, 26 aprile 2022 14:55:34 (GMT+3)   |   Brescia
       

Assofermet Acciai è tornata ad affrontare il tema della revisione dei prezzi di vendita comunicata da Acciaierie d'Italia (Adi) ai propri clienti lo scorso 11 marzo. L'azienda in tale occasione aveva informato di un aumento immediato dei prezzi di listino in relazione non solo ai nuovi ordini ma anche a quelli in corso, già confermati e contrattualizzati. La decisione era stata motivata dal forte incremento del prezzo dell'energia, ma aveva scatenato le proteste dei distributori che avevano parlato di «tentativo di rinegoziazione unilaterale di contratti già stipulati». 

In un comunicato stampa diffuso oggi, 26 aprile, Assofermet Acciai ha reso noto di aver chiesto un incontro urgente con la direzione di Adi «al fine di chiarire le ragioni che hanno indotto quest'ultima a prendere tali iniziative che per quanto possiamo dedurre hanno il preciso obiettivo di far ricadere sulla distribuzione e sul cliente finale l'impatto del rincaro dei costi registrati negli ultimi mesi». L'associazione ha affermato di non capire in particolare «come si sia potuto pensare di far ricadere solo su di una parte della filiera i rilevanti rincari energetici che, tra l'altro, proprio nel processo di produzione BOF presente a Taranto, sono in gran parte compensabili grazie alla significativa quota di energia autoprodotta che tali impianti possono generare». 

Alla richiesta di aumento, ha proseguito Assofermet Acciai, si è aggiunta nelle ultime settimane «un'ulteriore gravissima criticità determinata dalla sospensione delle consegne di diversi ordini regolarmente confermati» da Adi. «Al momento attuale non è affatto chiara quale sia la motivazione che ha indotto i vertici aziendali a prendere tale decisione e, per di più, non è dato sapere la durata della sospensione in parola», ha precisato l'associazione. I rischi delle iniziative intraprese da Adi, viene sottolineato nella nota, sono che «molti operatori da una parte non saranno in grado di assorbire i rincari sui contratti già conclusi e dall'altra non potranno disporre, per effetti del suddetto blocco delle consegne, di molta merce regolarmente acquistata, con pesanti ripercussioni nel mercato a valle». 

Tutto ciò ha concluso Assofermet, «accade in un momento storico già particolarmente complesso in cui, a causa del conflitto in corso, non sono più accessibili ingenti quantità di acciaio provenienti da Russia e Ucraina, persistono le fortissime limitazioni all'import dai paesi extra Ue per mezzo delle misure di salvaguardia e le produzioni di acciaio Ue sono in contrazione a causa del rincaro dei costi energetici. Un mix micidiale di mancanza di acciaio e di spinta inflattiva dei prezzi che rischia di minare drammaticamente la tenuta dell'intero sistema economico europeo».