Un miliardo di euro di investimenti, nuovi impianti, la ripresa della produzione di lamierino magnetico. Sono i principali punti del "Piano industriale per la decarbonizzazione di Acciai Speciali Terni con introduzione di idrogeno verde" presentato dal Gruppo Arvedi alla fine della scorsa settimana a Terni. All'incontro hanno partecipato il cavaliere Giovanni Arvedi, presidente del gruppo Finarvedi, l'amministratore delegato Mario Caldonazzo, il vicedirettore di stabilimento Dimitri Menecali, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e l'assessore regionale allo Sviluppo economico Michele Fioroni.
L'investimento si svilupperà in quattro, cinque anni e prevede la realizzazione di nuovi impianti – un nuovo laminatoio a freddo, una linea di ricottura brillante, una linea di decapaggio, laminazione e ricottura per acciaio inossidabile e un nuovo forno di riscaldo bramme con combustione idrogeno-metano – e di un innovativo parco rottame, nonché un complesso di finitura per acciai magnetici.
Arvedi punta a utilizzare l'intera capacità produttiva dei due forni esistenti aumentando di circa un terzo la produzione attuale, fino a circa un milione e mezzo di tonnellate. «Ast ha avuto dieci anni di intorpidimento, non dovuti a responsabilità dei dirigenti e degli operai, ma alle circostanze della proprietà. Dobbiamo recuperare una cultura vincente e competitiva» ha affermato Arvedi.
È previsto un Accordo di programma che coinvolgerà governo, istituzioni locali e sindacati e affronterà la questione dell'energia, in particolare per permettere la produzione di idrogeno verde (con cui verranno alimentati tutti i forni di riscaldo) e quindi la decarbonizzazione. «Salute, sicurezza e ambiente – ha spiegato ancora il presidente Arvedi – sono le parole chiave del nostro pensiero, legate sia all'aspetto professionale, sociale e umano che a quello strutturale. Ad Ast serve un recupero culturale e strutturale».
Il piano conferma la piena occupazione del sito, 2.700 lavoratori in totale. I sindacati hanno espresso soddisfazione. «Dopo anni di incertezza e di insoddisfacente gestione di ThyssenKrupp, il piano industriale presentato oggi da Arvedi per il rilancio di Terni con 1 miliardo di euro di investimenti ha tutte le caratteristiche per avere successo - hanno dichiarato in una nota congiunta Guglielmo Gambardella, coordinatore nazionale Uilm per la siderurgia, e Simone Lucchetti, segretario generale Uilm Terni -. La Uilm vuole raccogliere la sfida del gruppo di Cremona per lo sviluppo industriale ed occupazionale di Ast a cui deve però seguire la crescita del benessere complessivo dei lavoratori». Gli stessi hanno giudicato imprescindibile però «un fattivo e concreto impegno delle istituzioni locali e nazionali nella riduzione dei tempi degli iter amministrativi legati ad autorizzazioni delle opere necessarie, a partire dall'Accordo di programma».
Per Gianni Venturi, segretario nazionale della Fiom e responsabile della siderurgia e Alessandro Rampiconi, segretario generale della Fiom-Cgil di Terni, «è indispensabile che il governo e le istituzioni locali svolgano una funzione non solo di coordinamento ma anche di messa a disposizione di reali opportunità e risorse coerenti con gli obiettivi che si definiranno nell'accordo». I sindacalisti hanno riconosciuto che un primo passo in questa direzione è stato sancito con l'accordo propedeutico al piano industriale che nei giorni scorsi ha portato alla stabilizzazione di 130 lavoratori dipendenti a tempo determinato da parte di Arvedi. Ora, hanno concluso Venturi e Rampiconi, «va definita con le rsu e le organizzazioni sindacali un'agenda serrata di confronto per arrivare alla versione definitiva del piano industriale e all'avvio del percorso sull'Accordo di programma».