Arabia Saudita: il settore siderurgico teme gli effetti delle tariffe USA

venerdì, 30 marzo 2018 10:23:51 (GMT+3)   |   Istanbul
       

La Commissione nazionale per l’industria siderurgica dell’Arabia Saudita ha dichiarato che il recente provvedimento adottato dal presidente statunitense Trump non dovrebbe avere un impatto significativo sulle esportazioni siderurgiche del paese arabo verso gli USA, poiché i volumi d’acciaio scambiati tra i due paesi sono poco significativi: 150.000 tonnellate nel 2017, costituite da tubi senza saldatura, acciai zincati e coils preverniciati. Questi prodotti fanno registrare un grande eccedenza produttiva interna.

Commentando la decisione di Trump, Rayed Al-Ajaji, presidente della Commissione nazionale per l’industria siderurgica, ha affermato che la reale preoccupazione per il settore saudita dell’acciaio derivante dai provvedimenti consiste nel fatto che i paesi più colpiti, quelli che esportano gran parte delle loro eccedenze di produzione verso il mercato statunitense, cercheranno immediatamente mercati alternativi per compensare la forte perdita. Secondo Al-Ajaji, i produttori siderurgici sauditi temono che questi paesi prendano di mira i mercati scarsamente protetti e nei quali sono in vigore tariffe inferiori. Per loro sarà indubbiamente facile conquistare i mercati del Medio Oriente e, in particolare, i mercati del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC). Il mercato saudita, essendo il principale della regione ed essendo privo di misure protezionistiche, potrebbe essere il primo ad essere colpito dal dumping da parte di quei paesi che non si sforzeranno di cercare mercati alternativi verso i quali esportare la loro produzione in eccesso.

Al-Ajaji ha sottolineato che, essendo quello siderurgico un settore strategico fortemente impegnato nella realizzazione del progetto saudita Vision 2030, esso necessita veramente di misure restrittive e immediate per essere protetto dalla concorrenza sleale.

Abdulaziz Shaheen Al-Dosari, direttore dell’Unità tubi in acciaio presso la Commissione nazionale per l'industria siderurgica, ha dichiarato che i produttori nazionali stanno richiedendo misure protettive che aumentino i dazi doganali dal 5% al 15%, limite massimo consentito dal WTO, ed ha aggiunto che questo è il minimo che si può fare per aiutare l’industria nazionale a sopravvivere all’impatto di importazioni eccessive.

Riguardo al settore nazionale del tondo, Abdulaziz Al-Hudaib, vice presidente della Commissione, ha dichiarato che nel corso degli ultimi anni la maggior parte dei produttori locali ha ridotto l’utilizzo della capacità a meno del 50%; questo perché, a fronte dei 12,5 milioni di tonnellate di capacità produttiva, la domanda è scesa a circa 6,3 milioni di tonnellate. Il persistere di forti importazioni ha complicato ulteriormente la situazione, ragione per cui, secondo Al-Hudaib, sono necessarie ed urgenti misure protettive che proteggano il settore da “condizioni ardue che potrebbero aggravarsi fino a provocare in alcuni casi il collasso”.