Il CEO Michele Bendotti racconta il segreto di cent'anni di successi e parla di tre importanti commesse acquisite nell'anno appena concluso.
Nel 2016 Forni Industriali Bendotti ha festeggiato il suo centenario. Qual è il segreto di questa longevità?
Fattori fondamentali sono di sicuro il fatto di avere una governance affidabile e i punti di forza dal punto di vista tecnico. Per quanto riguarda il primo fattore, la nostra è un’azienda familiare - noi siamo la quarta generazione – e il passaggio di consegne è sempre stato gestito in modo da dare continuità all’azienda. Ciò ci consente di essere molto flessibili sul mercato, perciò anche dal punto di vista delle risposte in fase di trattativa è facile tirare le somme e prendere delle decisioni. Questo per noi è stato spesso determinante per la gestione degli ordini. Per quanto concerne la parte tecnica, una questione importante e per la quale siamo diventati noti è per noi la prefabbricazione; una scelta fatta 50 anni fa e che è stata spesso denigrata dai nostri competitor, i quali oggi offrono ai clienti proprio prodotti prefabbricati. I clienti conoscono e apprezzano la nostra filosofia, e penso che ciò abbia consentito alla prefabbricazione di prendere piede.
Oltre che sui punti di forza appena illustrati, in futuro Bendotti ha intenzione di fare affidamento su nuovi elementi e/o investimenti?
Nel 2016 siamo tornati a sviluppare impianti di trattamento termico - circa una decina in tutto – rimettendo piede in un mercato attualmente molto vivace. Un ritorno, questo, che non rappresenta il futuro di Bendotti, ma che certamente costituisce una piccola alternativa. Stiamo tuttora lavorando su impianti per il trattamento termico, non solamente in Italia, e non escludiamo che possano esserci sviluppi sotto questo punto di vista.
Quali sono i vostri mercati di riferimento e qual è la situazione sotto il profilo della concorrenza?
Spediamo forni in ogni regione del mondo. I competitor non stanno con le mani in mano e sono gli stessi ovunque, per buona parte italiani. Lo sottolineo con orgoglio perché l’industria meccanica italiana è seconda solo a quella tedesca e nel campo della siderurgia è spesso anche in pole position.
Come avete chiuso l'anno appena terminato?
Nonostante la congiuntura, è stato un anno soddisfacente dal punto di vista economico. Cerchiamo sempre di trovare delle nicchie di mercato che ci diano respiro. Nel 2016 abbiamo collaudato il forno per ArcelorMittal in Francia – il quinto forno da noi fornito al colosso mondiale dell’acciaio - e abbiamo acquisito tre importanti commesse che vedranno la luce l’anno prossimo. L’ingegneria è già a buon punto, ma tutti e tre gli impianti saranno spediti nel 2017 e verranno messi in marcia tra il 2017 e il 2018.
Ci parli più in dettaglio di queste tre commesse.
In Messico, spediremo un forno a Deacero, da sempre uno dei migliori clienti Bendotti: la nostra azienda spedì il suo primissimo forno proprio al Gruppo Deacero negli anni '70. Da allora questa partnership è sempre stata solida e felice. Il forno in questione (il quinto fornito a Deacero) alimenterà un laminatoio Danieli all’interno dell’ultimo stabilimento del gruppo, nato nel 2010 e dedicato alla produzione di lunghi (billette e micro profili).
La seconda commessa riguarda un mercato attualmente molto vivace, le Filippine, e un altro storico cliente: Capitol Steel, al quale fu venduto un forno (il primo nelle Filippine) nei primi anni ’90. Il nuovo forno alimenterà un impianto per tondo da cemento armato.
La terza commessa riguarda un forno di riscaldo a spinta per un nuovo laminatoio per tondo in Kuwait, per il gruppo Al-Oula. Questo vedrà la luce nel 2017.