Si prevede che le esportazioni di acciaio dell'India diminuiranno del 40% arrivando a 12 milioni di tonnellate entro la fine dell'anno fiscale 2022-23; il crollo sarebbe causato dai dazi imposti dal governo il mese scorso, ha affermato l'agenzia di rating CRISIL in un rapporto di lunedì 20 giugno.
Il 21 maggio il governo ha annunciato l'esonero dai dazi doganali sull'importazione di alcune materie prime, tra cui carbone da coke e ferronickel, utilizzate dall'industria siderurgica. Inoltre, il dazio sulle esportazioni di minerale di ferro è stato aumentato del 50% e per alcuni intermediari siderurgici il dazio all'esportazione è stato portato al 15%.
Secondo quanto si legge nel rapporto CRISIL «Le esportazioni di acciaio dell'India scenderanno del 35-40% toccando i 10-12 milioni di tonnellate per quest'anno fiscale, a seguito del dazio all'esportazione del 15% imposto il mese scorso su diversi prodotti siderurgici finiti. Anche le esportazioni di minerale di ferro e pellet diminuiranno quest'anno fiscale e si abbasseranno i prezzi interni».
Le esportazioni di acciaio finito avevano raggiunto il record di 18,3 milioni di tonnellate nell'anno finanziario 2021-22 e i prezzi erano ai massimi storici. Tuttavia, continuerà ad esserci un certo slancio a causa dei problemi causati dal conflitto Russia-Ucraina in corso, essendo la Russia un importantissimo esportatore di acciaio, carbone da coke e ghisa.
Inoltre, la mossa dell'Unione Europea (UE) di aumentare la quota di esportazione dell'India – dato che il differenziale tra i prezzi dell'acciaio nelle due aree geografiche è in crescita - ha avvantaggiato i produttori siderurgici indiani e ha limitato l'impatto del dazio del 25% sulle importazioni di acciaio imposto dall'UE, continua il report.
Mentre le aziende siderurgiche hanno goduto di forti scambi all'estero, la domanda interna è cresciuta dell'11% su base annua, portando i prezzi interni ai massimi storici. Ciò ha causato un'impennata dei costi di costruzione e molteplici aumenti dei prezzi da parte dei produttori di automobili, elettrodomestici di consumo e beni durevoli, volti a trasferire l'aumento sul consumatore. Nel rapporto si afferma che l’incremento dei dazi all'esportazione mirava a frenare questa inflazione.