Il Ministero iraniano dell’industria, delle miniere e del commercio ha annunciato la revisione dei dazi all’esportazione per i semilavorati di acciaio e le materie prime, con l’obiettivo di regolare il commercio estero e bilanciare le esigenze locali. Tuttavia, mentre la misura per billette e bramme è considerata ragionevole, la restrizione per alcune materie prime è definita «inutilmente rigida».
Secondo le fonti, le billette e le bramme iraniane sono ora soggette a una tassa di esportazione del 2%, che difficilmente influirà sull’attività commerciale. In effetti la produzione di semilavorati in Iran è eccessiva, e le esportazioni sono piuttosto vivaci, soprattutto verso l’Asia e i paesi dell’area del golfo Persico. Nell’ultimo anno iraniano (dal 21 marzo 2022 al 20 marzo 2023) il paese ha esportato quasi 7,4 milioni di tonnellate di semilavorati: un valore leggermente inferiore al periodo precedente. Secondo le stime di SteelOrbis, le billette rappresentano almeno il 70% delle esportazioni totali di semilavorati dall’Iran.
Nel segmento delle materie prime, i dazi all’esportazione del minerale di ferro sono invece aumentati dallo 0,5% al 20%, il che, secondo le parti coinvolte, molto probabilmente comporterà l’interruzione – almeno temporanea – delle vendite.
Secondo gli addetti ai lavori, un altro problema consiste nel fatto che la misura è retroattiva, e ha effetto dal 20 marzo di quest’anno, anche se la decisione è stata annunciata molto di recente. «Ciò significa che tutti i carichi spediti da allora saranno soggetti alla tassa. Non è corretto, e la tassa è inutilmente alta», ha dichiarato un trader a SteelOrbis. Alcuni operatori, tuttavia, ritengono che la misura causerà accumuli eccessivi di materie prime in Iran e quindi il governo sarà presto costretto a rivederla.
Prodotto |
Dazio, in % |
Minerale di ferro |
20 |
Minerale ferroso concentrato |
20 |
Spugna di ferro |
5 |
Rottame d’acciaio |
80 |
Billetta d’acciaio |
2 |
Bramma d’acciaio |
2 |