Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato su Twitter in data 23 agosto che gli Stati Uniti imporranno una nuova serie di tariffe sulle importazioni dalla Cina, imponendo un dazio aggiuntivo del 5% su beni cinesi per un valore di circa 550 miliardi di dollari.
Nella stessa data il Ministero delle finanze cinese (MOF) ha annunciato che la Cina istituirà tariffe aggiuntive del 5% o del 10% su 5.078 beni statunitensi, per un valore di 75,0 miliardi di dollari. I dazi saranno imposti in due fasi: a partire dal 15 settembre e dal 15 dicembre 2019.
L'intensificarsi della guerra commerciale tra USA e Cina ha aumentato le preoccupazioni dei player di mercato riguardo al possibile ingresso dell'economia globale in una fase di recessione.
La Cina imporrà una tassa aggiuntiva del 10% sui coils laminati a caldo, su diversi profilati, su acciai inossidabili, billette, lingotti, acciai lunghi e ferroleghe (fra cui ferromanganese, ferromolibdeno, ferro-silico- manganese e ferrotungsteno). Alcune ferroleghe e alcuni prodotti, fra cui lamiere strette in acciaio elettrico a grani orientati, saranno colpiti da una tassa aggiuntiva del 5%.
Le tensioni commerciali hanno determinato ribassi dei future sull'acciaio sullo Shanghai Futures Exchange all'inizio di questa settimana. Il prezzo del tondo ha perso l'1,8% rispetto a venerdì 23 agosto, chiudendo a 3.372 RMB/t. I prezzi dei future sul minerale ferroso sono diminuiti anch'essi dell'1,8% sul Dalian Commodity Exchange, scendendo al livello di 593,5 RMB/t.
Recentemente il vice premier cinese Liu He, che ha guidato i colloqui con Washington, ha dichiarato che la Cina è disposta a risolvere la disputa commerciale con gli Stati Uniti attraverso negoziati "calmi" e si oppone in maniera risoluta all'escalation del conflitto tra i due paesi.