Negli Stati Uniti si prevede che i prezzi del rottame aumenteranno di circa 50 $/t il prossimo mese, tuttavia diverse fonti hanno espresso il timore di crolli di prezzo che potrebbero verificarsi nei prossimi mesi. Quasi tutti gli operatori intervistati hanno fatto riferimento al 2008, quando le quotazioni della materia prima da forno elettrico subirono forti correzioni tra il mese di luglio e quello di dicembre. «Quando la bolla scoppiò, lo fece nel peggiore dei modi» ha commentato una fonte. Nel 2008 il prezzo del lamierino raggiunse il livello di 1.000 $/t, per poi crollare entro fine anno a 130 $/t.
Secondo un'altra fonte, «a un certo punto il mercato crollerà, la gente sarà bloccata con le scorte e tutti gli aumenti registrati negli ultimi mesi verranno cancellati».
A giugno i prezzi del rottame dovrebbero crescere per via di diversi fattori, tra cui l'imminente entrata in funzione del nuovo laminatoio per acciai piani di SDI in Texas, le forti vendite di prodotti finiti e gli elevati prezzi del rottame nelle ultime vendite in Turchia. Anche altri elementi, come l'incremento delle quotazioni del minerale ferroso e della ghisa, dovrebbero sostenere la domanda di rottame all'estero.
Secondo i rumor, almeno un esportatore statunitense starebbe offrendo carichi di rottame al prezzo di 540 $/t CFR. Se questo fosse vero, le possibilità di un rialzo di 50 $/t nel mercato USA apparirebbero ancora più concrete.
«Ci troviamo in un mercato del venditore – ha commentato un operatore nel Midwest –. I cantieri stanno già alzando i prezzi per poter ricevere maggiori quantitativi e i grossi commercianti sono così ottimisti che sono disposti a pagare prezzi elevati per ottenere volumi aggiuntivi in previsione di un cospicuo rialzo».
Una fonte, infine, ha affermato che le acciaierie «stanno già cercando di acquistare per giugno» a prezzi «che saranno definiti in un secondo momento». In altre parole, «si stanno già impegnando ad acquistare volumi oggi a prezzi che scopriremo soltanto a giugno. È entusiasmante, ma anche spaventoso, perché tutti ci stiamo chiedendo quando assisteremo al crollo. Non mi sorprenderei se questo si rivelasse essere un altro 2008».