Soffrendo di scarse vendite all'esportazione a causa delle sanzioni economiche, i fornitori russi di ghisa basica (BPI) hanno continuato a cercare clienti alternativi a quelli tradizionali. Pur mantenendosi attivi nelle trattative, non tutti i produttori russi hanno avuto successo, a indicazione del fatto che i prezzi a cui puntano i clienti sono inferiori ai costi di produzione.
Gli unici compratori disposti ad accettare ghisa di origine russa sono quelli cinesi e turchi. Alcuni giorni fa un carico dalla Russia è stato venduto in Cina al prezzo di 530-535 $/t CFR. Successivamente, i clienti cinesi hanno iniziato a chiedere n prezzo di 520-525 $/t CFR. «Non avendo così tante opzioni, i produttori russi potrebbero accettare presto le nostre offerte», ha affermato una fonte cinese.
Intanto, ieri 2 giugno sono trapelate informazioni su una vendita di ghisa prodotta nel Donbass, territorio attualmente occupato dalla Russia. Si dice che la vendita sia stata chiusa a 455 $/t CFR, un prezzo che la maggior parte degli operatori considera «decisamente troppo conveniente» anche rispetto alle precedenti transazioni, chiuse a circa 490 $/t CFR. «Questi prezzi sono assolutamente folli. Stanno solo distruggendo il mercato», è stato il commento di un importante fornitore internazionale di ghisa.