Nelle ultime settimane si è ridotta notevolmente la differenza tra i prezzi nel sud Europa e quelli nel nord Europa dei coils laminati a caldo (HRC). Secondo quanto appreso da SteelOrbis, oggi in Italia le quotazioni base si attestano mediamente a 470-480 €/t franco produttore, mentre nei paesi d'Oltralpe viaggiano tra i 490 e i 500 €/t. Su tutto il territorio europeo, tuttavia, la domanda appare ancora debole e i volumi di transazione restano estremamente ridotti.
Ciononostante, in queste ore ArcelorMittal starebbe discutendo internamente di un eventuale nuovo aumento che potrebbe essere annunciato la prossima settimana. «Onestamente sono perplesso sull'opportunità di un ulteriore salto da parte di ArcelorMittal - ha commentato Tommaso Sandrini, Presidente di Assofermet Acciai -. Già il prezzo attuale, pari a 510 €/t base reso, non viene accettato dal mercato». Come riportato precedentemente, il colosso dell'acciaio a fine maggio ha hannunciato ulteriori tagli alla produzione in Europa sulla scorta della bassa domanda e di un aumento dei costi legato alle importazioni.
L'import tuttavia è al momento inesistente a fronte di offerte non competitive. Per gli HRC provenienti da Turchia e India si parla infatti di prezzi pari o superiori ai 490 €/t CFR Italia. «Non ci sono transazioni - ha sottolineato Sandrini -. La debolezza del mercato europeo, al contrario di quanto continua ad affermare EUROFER, non dipende in nessun modo dalle importazioni, bensì dalla totale assenza della domanda».
Per quanto riguarda i coils laminati a freddo (CRC) e zincati a caldo (HDG), i prezzi base in Italia sono pari a 555-565 €/t franco produttore.
Sul mercato a valle, la tendenza da parte degli utilizzatori finali è quella di comprare poco e non prendere impegni sul lungo periodo. «Fino alle ferie estive - ha aggiunto il Presidente di Assofermet Acciai - mi aspetto un mercato teso e non facile. Dal mio punto di vista gli aumenti di prezzo sono probabilmente destinati a passare, anche a valle, ma in maniera molto faticosa».