L'emergenza coronavirus continua a suscitare preoccupazioni sul mercato siderurgico europeo, in particolare in Italia, dove le forti limitazioni che l'8 marzo erano state introdotte per il Nord Italia sono state estese a tutto il territorio nazionale. La situazione sta avendo un grande impatto sulla domanda di coils laminati a caldo (HRC), poiché gli acquirenti sono in attesa, perfino nei casi in cui avrebbero necessità di rifornirsi. Nel frattempo, i produttori locali continuano ad assicurare che le attività di produzione e logistica proseguono regolarmente, seppur con le dovute precauzioni. Finora a livello di prezzi non vi sono stati cambiamenti significativi, anche perché «quelli del rottame e delle materie prime restano relativamente elevati», ha sottolineato una fonte. I produttori europei stanno ancora cercando di ottenere aumenti. Mentre i produttori italiani spingono per un livello di prezzo pari a 460-470 €/t franco produttore, ArcelorMittal nel Nord Europa punta a 500-520 €/t. Tuttavia, le fonti intervistate ritengono sia estremamente difficile che i compratori accettino questi livelli di prezzo nel breve termine. Le offerte da paesi terzi sono ancora piuttosto elevate, nonostante il recente indebolimento de dollaro le abbia rese più competitive. Le offerte dalla Turchia si attestano oggi a 455-460 €/t CFR, un prezzo non ancora sufficientemente basso secondo un trader. E, ad ogni modo, «nessuno è dell'umore di comprare in Italia in questi giorni» ha sottolineato la stessa fonte. Alcune acciaierie turche hanno riferito che le rare offerte d'acquisto provenienti dall'Italia non superano i 430 €/t CFR.
Rispetto alla scorsa settimana, i prezzi degli HRC sul mercato italiano sono diminuiti in media di 2,5 €/t, a 440-445 €/t franco produttore. Per quanto riguarda l'Europa settentrionale, i prezzi di transazione sono rimasti a quota a 480-485 €/t f.p.
Stefano Gennari