Coils a caldo, prezzi verso una stabilizzazione nel mercato Ue

giovedì, 21 ottobre 2021 14:46:47 (GMT+3)   |   Brescia
       

Il range dei prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) si è ulteriormente ampliato nel mercato dell'Ue, passando dai 920-1.040 €/t di una settimana fa all'attuale livello di 880-1.040 €/t franco produttore. I prezzi di transazione sono per lo più compresi tra 880 e 920 €/t f.p. nel mercato italiano e tra 960 e 1.040 €/t f.p. nel Nord Europa. Le transazioni sono state ridotte nelle ultime settimane, mentre l'offerta è aumentata sul mercato spot a causa della scarsa domanda proveniente dal settore automobilistico, dovuta a sua volta alla mancanza di semiconduttori a livello globale. Ora, però, la situazione starebbe andando verso un miglioramento. «Ad agosto, settembre e per buona parte di ottobre abbiamo evitato di comprare sia perché avevamo scorte a sufficienza sia perché percepivamo un trend di mercato che ci faceva dire che conveniva aspettare – ha spiegato un distributore –. Adesso è il momento di tornare a comprare, i prezzi stanno andando verso una stabilizzazione». Altre fonti hanno confermato il fatto che la distribuzione di recente ha iniziato a rifornirsi per il primo trimestre del prossimo anno. Questa circostanza, unita al forte incremento dei costi di produzione, dovrebbe impedire il verificarsi di significative riduzioni di prezzo nel prossimo periodo. Nel frattempo, diversi operatori hanno fatto notare che i tempi di consegna si sono "normalizzati" rispetto ai mesi scorsi: i produttori in generale offrono materiale con consegna a gennaio e solo alcuni di essi offrono ancora per il mese di dicembre. 

Per quanto riguarda le importazioni, i prezzi in generale si attestano a 770-830 €/t CFR Sud Europa (dazi inclusi). Tuttavia, il numero delle offerte è diminuito recentemente. «Le offerte da paesi terzi si sono un po' "asciugate" – ha riferito una fonte –: Nippon Steel si è ritirato, i coreani anche, i russi come sempre fanno un po' avanti e indietro e c'è ogni tanto qualche voce fuori dal coro, ma al di là di tutto oggi comprare dall'import è un disastro. Stiamo rimanendo così pesantemente scottati dalla situazione di caos ai porti e dall'aumento dei costi che preferiamo comprare in Europa finché possiamo. Per comprare dall'import non ci bastano più 20-30 euro in meno rispetto al prezzo proposto dagli europei. Poiché, ripeto, stiamo pagando un conto salatissimo in questa fase, ha più senso rimanere calmi e prudenti e limitarsi a comprare ciò di cui si ha bisogno». Altre fonti hanno aggiunto che le offerte da paesi terzi sono poco interessanti in questo momento anche a causa dei lunghi tempi di consegna e delle incertezze riguardo all'andamento dei prezzi locali. 

Riguardo infine all'incidenza dell'impennata dei costi energetici sul segmento dei prodotti piani, una fonte ha commentato: «L'aumento dei costi dell'energia ovviamente sta avendo un impatto principalmente sui produttori da forno elettrico. È chiaro però che si assisterà inevitabilmente a un effetto trascinamento, con aumenti di prezzo per tutti i prodotti finiti. Questo nel settore dei piani penso si vedrà in ritardo per via del fatto che il mondo dell'auto continua a rendere disponibili volumi che fanno sì che la prudenza sia maggiore rispetto a quella adoperata nel segmento dei lunghi. Ad ogni modo, il dato di fatto è che oggi tutti i costi produttivi sono esplosi tra energia, noli, sdoganamenti, trasporti su gomma, costi assicurativi, degli imballi ecc.».

Stefano Gennari


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