I prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) sono rimasti sostanzialmente stabili a livello europeo nell'ultima settimana. I prezzi base praticabili sul mercato a pronti si attestano ancora tra gli 870 €/t, minimo rilevato nel Sud Europa, e gli 1.050 €/t, valore massimo in Nord Europa. Nello specifico, le acciaierie italiane sono disposte a vendere la produzione di dicembre a circa 870 €/t e quella di gennaio a 900-920 €/t. La presenza di offerte inferiori per dicembre è dovuta alla cancellazione di ordini da parte di alcuni clienti del settore automotive, ha spiegato una fonte. Allo stesso tempo, nell'Europa settentrionale il range di prezzo si attesta a 1.000-1.050 €/t. In tutti i casi i prezzi sono franco produttore.
Il sentiment è migliorato nelle ultime due/tre settimane grazie alle aspettative di una corsa al ristoccaggio da parte della distribuzione e, benché le attività di scambio siano rimaste finora limitate, prevale l'ottimismo. Dopo l'accordo tra Usa e Ue sui dazi della Section 232, gli operatori europei hanno iniziato a prevedere un incremento delle esportazioni di piani dall'Ue verso gli Usa per i prossimi mesi. Questo incremento si prevede compenserà almeno in parte la carenza di domanda del settore automotive, determinando una riduzione dell'offerta e sostenendo quindi i prezzi. Le fonti ritengono che anche i maggiori costi energetici e i problemi di tipo logistico spingeranno le acciaierie a chiedere aumenti di prezzo nel primo trimestre del 2022.
Nel frattempo, le offerte da paesi terzi sono rimaste pressoché invariate, ossia comprese tra gli 860 e i 900 €/t CFR Sud Europa (dazi inclusi). I compratori tuttavia restano scarsamente interessati ad acquistare dall'import visti i lunghi tempi di consegna e il rischio di dover pagare dazi sui volumi eccedenti le quote di salvaguardia dell'Ue.
Stefano Gennari