Dopo l'allentamento delle misure anti-COVID, la domanda di coils laminati a caldo (HRC) è aumentata progressivamente a livello europeo, ma risulta ancora debole nel complesso. I produttori tuttavia sono riusciti a far salire i prezzi di transazione nelle ultime settimane, grazie soprattutto alla mancanza di offerte competitive da paesi terzi. I prezzi hanno raggiunto i 380-400 €/t franco produttore sul mercato italiano, contro i 380-390 €/t di una settimana fa, mentre nel Nord Europa sono cresciuti di 2,5 €/t in media, a 400-410 $/t. Nel frattempo le offerte si attestano ufficialmente a 400-420 €/t e attorno ai 440 €/t, rispettivamente nei mercati del Sud e nel Nord Europa.
Come già accennato, la domanda è ancora bassa nonostante alcuni distributori abbiano iniziato ad acquistare con l'obiettivo di rifornire le proprie scorte. In particolare, la richiesta proveniente dal settore automotive resta estremamente fiacca: le immatricolazioni nell'UE sono calate del 41,5% nei primi cinque mesi dell'anno, mentre sono scese del 52,3% a maggio, in entrambi i casi in termini tendenziali. Per il 2020 Fitch Ratings e ACEA prevedono un calo delle vendite di auto tra il 20 e il 25 percento nel Vecchio Continente. Tuttavia, secondo diverse fonti, la riduzione potrebbe essere meno accentuata grazie ai programmi di incentivo varati da alcuni governi europei.
Nel frattempo, i produttori europei stanno insistendo sugli ultimi aumenti di prezzo giustificandoli con gli elevati costi di produzione e la limitata disponibilità di offerte di importazione, specialmente a fronte sia delle ultime modifiche alla salvaguardia europea sia dell'indagine antidumping in corso sugli HRC turchi. Secondo quanto appreso da SteelOrbis, le offerte per l'Italia si attestano prevalentemente tra i 390 e i 420 €/t CFR, vale a dire un livello troppo alto per i compratori italiani. Tuttavia, alcuni fornitori sembrano disposti ad accettare anche richieste inferiori.
Stefanno Gennari