I prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) sono diminuiti ulteriormente nel mercato dell'Ue nell'ultima settimana dal momento che i compratori hanno continuato a rimandare le attività di ristoccaggio.
I prezzi base praticabili in Europa ammontano attualmente a 1.120-1.200 €/t franco produttore, contro i 1.150-1.270 €/t f.p. rilevati in data 5 maggio. Nello specifico, le quotazioni ammontano prevalentemente a 1.120-1.150 €/t nel mercato italiano e a 1.150-1.200 €/t nel Nord Europa. Le acciaierie stanno offrendo la produzione di giugno/luglio.
Nel frattempo, le offerte da paesi terzi hanno continuato ad esercitare una pressione ribassista sul mercato europeo degli HRC, soprattutto nell'Europa meridionale. Questa settimana le offerte dall'Asia si attestano per lo più a 960-980 €/t CFR Sud Europa, prezzi in calo di 15 €/t in media rispetto alla scorsa settimana. Allo stesso tempo, è stato riferito di offerte dalla Turchia a 1.000 €/t CFR e livelli leggermente superiori, dazi antidumping inclusi. Gli acquisti all'importazione sono rimasti limitati, considerata la mancanza di domanda. Secondo un trader, gli acquirenti stanno aspettando che le offerte dall'estero scendano al di sotto di 950 €/t CFR.
Alcuni operatori ritengono che la domanda nel mercato interno dell'Ue crescerà nelle prossime settimane per via delle necessità di rifornimento, soprattutto in Italia, dove le scorte sono relativamente più basse che nel resto d'Europa. Tuttavia, non si prevedono miglioramenti significativi, vista la persistente debolezza del settore automotive. Nel frattempo, il problema delle linee di credito esaurite a causa dei prezzi record degli ultimi mesi continua a frenare la capacità di acquisto degli acquirenti.
La maggior parte delle fonti intervistate da SteelOrbis ritiene che i prezzi degli HRC nell'Ue diminuiranno ulteriormente nel breve termine, avvicinandosi al livello di € 1.000/t franco produttore. Tuttavia, secondo altre fonti, il calo dei prezzi potrebbe terminare prima, grazie all'attività di ristoccaggio e agli elevati costi di produzione. Sempre a causa degli elevati costi (dell'energia soprattutto), i produttori potrebbero essere spinti a ridurre la produzione, il che permetterebbe loro di frenare la discesa dei prezzi in una certa misura.