Il mercato europeo dei prodotti piani resta caratterizzato da scarsi livelli di attività. Tuttavia i produttori, che da tempo lamentano margini di profitto insufficienti, hanno iniziato ad annunciare aumenti sui prezzi dei coils, confermando le indiscrezioni circolate nelle scorse settimane. Diverse fonti hanno riferito che questa settimana ArcelorMittal ha annunciato sul territorio nordeuropeo un aumento di almeno 30 €/t rispetto alle sue precedenti offerte, portando nello specifico quelle dei coils laminati a caldo (HRC) al livello di 440 €/t franco produttore. Intanto, alla fine della scorsa settimana un produttore italiano ha comunicato ai propri clienti un imminente aumento dei prezzi di vendita su tutti i suoi prodotti, aumento che sarà «valutato di volta in volta» a seconda della distinta di acquisto. Per il momento i prezzi effettivi restano significativamente inferiori, ossia pari a 385-395 €/t franco produttore nel Nord Europa e a 370-380 €/t f.p. sul mercato italiano, vale a dire sostanzialmente invariati rispetto alla scorsa settimana.
I consumi sono ancora estremamente deboli, tuttavia i produttori prevedono che i clienti avranno necessità di ricostituire le proprie scorte nei prossimi mesi, in particolare da settembre. Stanno inoltre facendo affidamento sui bassi volumi di importazione – che dovrebbero contrarsi ulteriormente con l'imminente entrata in vigore delle modifiche alle misure di salvaguardia – e sui segnali di una (lenta) ripresa del settore auto. Ciononostante, gli operatori intervistati da SteelOrbis dubitano che le acciaierie possano registrare un forte incremento delle loro vendite nel breve periodo e temono piuttosto che esse saranno costrette a ridurre ulteriormente le proprie produzioni. Nel frattempo, le offerte provenienti dalla Turchia si attestano a 405-410 €/t CFR, un livello di prezzo che al momento non funziona ma che potrebbe risultare interessante qualora gli aumenti proposti dai produttori del Vecchio Continente venissero assorbiti almeno parzialmente.
Stefano Gennari