L'incremento dei prezzi delle materie prime da una parte e il calo delle vendite dall'altra ha causato una forte compressione dei margini dei produttori europei di acciai piani. Pertanto, a partire dall'inizio della scorsa settimana, ArcelorMittal prima e altri produttori poi hanno annunciato aumenti di 20-40 €/t sui prezzi di listino. Le offerte nel Nord Europa hanno raggiunto per i coils laminati a caldo (HRC) i 440 €/t franco produttore. In generale, distributori e centri servizi sembrano possedere ancora scorte a sufficienza. Nonostante la domanda a valle abbia cominciato a migliorare lentamente dopo l'allentamento delle misure di lockdown, diversi settori legati ai prodotti piani continuano a soffrire, in particolare l'automotive e gli elettrodomestici.
Diverse fonti dubitano che i produttori europei riusciranno a ottenere i prezzi annunciati, mentre altre ritengono che i compratori dovranno accettare gli aumenti almeno parzialmente viste sia la mancanza di offerte competitive dall'estero sia la riduzione degli output da parte dei produttori.
Attualmente i prezzi di transazione nell'Europa settentrionale si attestano a 385-405 €/t franco produttore, facendo registrare un incremento di 5 €/t in media rispetto a una settimana fa. Sono rimasti stabili invece sul mercato italiano, vale a dire pari a 370-380 €/t f.p.
Come accennato, non è ancora chiaro in quale misura verranno assorbiti i recenti aumenti di prezzo. Diversi operatori hanno sottolineato tuttavia che i compratori potrebbero essere disassortiti al punto da dover incrementare gli acquisti, specialmente a luglio per settembre. Intanto, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE il regolamento riguardante le nuove misure di salvaguardia sull'acciaio, che si prevede influenzeranno in particolar modo le importazioni di HRC dalla Turchia, nonché da paesi come India e Serbia.
Stefano Gennari