Coils a caldo: i compratori europei si fanno più cauti

martedì, 13 ottobre 2020 16:00:34 (GMT+3)   |   Brescia
       

L'offerta ridotta sul mercato interno e la scarsa competitività delle offerte da paesi terzi sono stati i fattori trainanti del trend rialzista dei prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) nell'UE a partire dalla fine di giugno. Ciononostante, il mercato sembra essersi raffreddato di recente. L'andamento ascendente dei prezzi difatti ha registrato un rallentamento nelle ultime due settimane, con i compratori che si sono fatti più cauti. 

I prezzi base degli HRC sono cresciuti leggermente in Italia, passando nell'ultima settimana da 470-480 €/t a 470-490 €/t franco produttore. Allo stesso tempo, sono rimasti invariati nel Nord Europa, vale a dire pari a 485-500 €/t franco produttore. Come nelle scorse settimane, i produttori stanno ancora puntando a prezzi più alti, ossia 490-510 €/t nel mercato italiano e 520-530 €/t nell'Europa settentrionale, rispettivamente per le consegne di dicembre-gennaio e per quelle di gennaio-febbraio. Gli stessi produttori sostengono di avere un ottimo portafoglio ordini. Tuttavia i compratori, dopo aver rifornito le proprie scorte, stanno opponendo una certa resistenza a ulteriori aumenti di prezzo. Inoltre, essi aspettano che la situazione risulti più chiara a livello internazionale dopo il ritorno degli operatori cinesi dalle lunghe festività nazionali. 

Come accennato, le importazioni restano limitate a causa di offerte troppo alte, cioè comprese prevalentemente tra i 475 e i 495 €/t CFR Italia. Ciononostante, la situazione potrebbe cambiare qualora le stesse offerte scendessero o i prezzi interni aumentassero ulteriormente. Guardando più in là nel futuro, la salvaguardia UE sull'acciaio, che ha giocato un ruolo fondamentale nel supportare il mercato europeo degli HRC, potrebbe non essere rinnovata dopo la sua scadenza il prossimo anno (30 giugno 2021). Secondo quanto riferito a SteelOrbis, a inizio ottobre il commissario UE al commercio Valdis Dombrovskis ha dichiarato durante un incontro con i legislatori europei che l'estensione delle misure infrangerebbe le regole del WTO e «potrebbe esporre il blocco a pesanti ritorsioni da parte dei partner commerciali». Dombrovskis ha stimato un valore della salvaguardia pari a circa 20 miliardi di euro e ha aggiunto che la Commissione europea sta esaminando come le stesse misure possano essere sostituite da altre restrizioni, come ad esempio dazi antidumping e compensativi conformi alle regole del WTO. Si ricorda a questo proposito che l'indagine in corso sulle importazioni di HRC dalla Turchia sta già pesando sulle importazioni da questo paese, poiché queste a partire da metà ottobre potrebbero subire dazi retroattivi

Stefano Gennari


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