I produttori indiani di coils laminati a caldo (HRC) hanno alzato i prezzi all'export nell'ultima settimana, cercando di approfittare della buona domanda riscontrata in Cina e in Vietnam. Nei contratti chiusi in questi due paesi le quotazioni sono salite di 10-15 $/t, a 385-395 $/t FOB.
Intanto, le offerte indiane verso Cina e Vietnam hanno superato i 420 $/t CFR, prezzo che equivale a 400-405 $/t FOB con spedizione a luglio. Le acciaierie non hanno ancora chiuso vendite a questo livello di prezzo, tuttavia hanno iniziato a ricevere richieste dal Vietnam al di sopra dei 415 $/t CFR (395 $/t FOB). Inoltre, i clienti cinesi dovrebbero riprendere ad acquistare visto il rialzo dei prezzi interni.
All'inizio della scorsa settimana la Cina ha chiuso due ordini di coils indiani al prezzo di 400 $/t CFR (385-387 $/t FOB). Inoltre, un altro contatto è stato chiuso al prezzo di 405 $/t CFR Cina.
In Vietnam, sempre all'inizio della scorsa settimana, sono state acquistate 50.000 tonnellate di HRC indiani in totale al prezzo di 403-405 $/t CFR (383-385 $/t FOB). Alla fine della stessa settimana, tuttavia, sono stati chiusi almeno tre scambi al prezzo di 410-415 $/t CFR (390-395 $/t FOB) con spedizione a luglio, per circa 70.000 tonnellate di materiale in totale.
Fonti hanno riferito che il produttore indiano Jindal Steel and Power Limited (JSPL) ha chiuso ordini per 500.000 tonnellate di HRC in Cina con spedizione entro il mese giugno.
«I prezzi degli HRC sono forti in Cina – ha commentato un manager di JSPL –. Ciò sta supportando le acciaierie indiane in un momento di profonda recessione interna, permettendo loro di concentrarsi sui mercati esteri per mantenere le operazioni minime degli impianti».
«Tuttavia – ha aggiunto la stessa fonte – è necessario monitorare attentamente la regione dell'UE. Stimiamo che circa 19 milioni di tonnellate di capacità siderurgica siano stati bloccati a causa della pandemia. Questo volume inizierà a tornare attivo nelle prossime settimane. Non è ancora chiaro se questa produzione sarà supportata dalla domanda nella regione. La produzione in assenza di domanda – ha concluso il manager – comporterebbe nuovamente rischi per i mercati globali».