Coils a caldo, esportatori indiani cauti nell'alzare i prezzi

mercoledì, 17 giugno 2020 12:08:30 (GMT+3)   |   Calcutta
       

Di recente le acciaierie indiane hanno alzato con molta cautela i prezzi export dei coils laminati a caldo (HRC), cercando di coniugare l'esigenza di mantenere alti i volumi di vendita con le resistenze da parte dei compratori.

Negli ultimi sette giorni la maggior parte delle vendite è stata caratterizzata da un prezzo di 420-425 $/t FOB, contro i 412-420 $/t FOB registrati nella settimana precedente. Le offerte nel frattempo si sono attestate a 425-430 $/t FOB. 

A metà della scorsa settimana uno dei principali produttori indiani ha venduto 20.000 tonnellate di HRC a 438 $/t CFR Vietnam, prezzo che equivale a 420-423 $/t FOB. Tuttavia, almeno due degli ultimi scambi verso la stessa destinazione sono stati caratterizzati da prezzi tra i 440 e i 445 CFR. Una di queste transazioni ha riguardato 40.000 tonnellate.

Nel frattempo il prezzo import non è cresciuto in Cina poiché il clima è peggiorato di recente a causa del calo dei prezzi dei future e dei timori di una seconda ondata della pandemia di COVID-19 dopo i casi di contagio registrati a Pechino. I compratori cinesi non sono disposti a pagare un prezzo più alto di 430 $/t CFR (415-420 $/t FOB). 
Di recente Tata Steel ha chiuso un contratto di fornitura tramite la sua acciaieria di Kalinganagar a un prezzo di 415-417 $/t FOB, con spedizione a fine agosto dal porto di Paradip verso un compratore cinese.

Nel frattempo, fonti hanno riferito che Steel Authority of India Limited (SAIL) ha venduto 35.000 tonnellate di HRC al prezzo di 415 $/t FOB.

«Gli esportatori indiani sono consapevoli del rischio derivante da aumenti troppo repentini dei prezzi – ha affermato il rappresentante di un'acciaieria indiana –. I compratori esteri stanno diventando "price sensitive", tuttavia sono disposti ad ordinare grossi volumi se i prezzi sono competitivi. Di conseguenza, è naturale che le acciaierie integrate diano priorità al fatto di vendere volumi maggiori a prezzi competitivi al fine di sostenere le vendite estere in un momento in cui la domanda sul mercato interno non sembra destinata a migliorare prima della fine del secondo trimestre».


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